Editoriale
L'ordine di Biden per garantire l'aborto
Il presidente americano chiama a raccolta i democratici: “Votate alle midterm”, in modo da eleggere più legislatori pro choice. Ma i problemi restano: il fronte non è compatto
Il presidente americano Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo volto a garantire il diritto all’aborto. Dopo la sentenza della Corte suprema che ha ribaltato Roe vs Wade, l’intervento della Casa Bianca era atteso, anche per le pressioni della base democratica. Biden, che ha definito la sentenza “terribile e totalmente sbagliata”, ha aggiunto che questa “non è stata guidata né dalla Costituzione né dalla storia”. Firmato l’ordine esecutivo, ora si aprono i problemi per dare attuazione al provvedimento, visto che sarà il dipartimento alla Salute a valutare le misure opportune per garantire il diritto all’aborto e per sfavorire la “migrazione” delle donne verso gli stati che continueranno a consentire l’interruzione di gravidanza. Entro trenta giorni, la speciale task force proporrà a Biden un ventaglio di opzioni per far fronte alla sentenza della Corte. Cammino tortuoso e lungo che però ha uno scopo dichiarato: “Votate, votate, votate”, ha detto infatti il presidente chiamando a raccolta gli elettori in vista delle elezioni di midterm previste all’inizio di novembre.
L’unico modo per cancellare quel che hanno deciso i giudici supremi è infatti “eleggere più legislatori” pro choice che approvino al Congresso una legge che codifichi il diritto all’aborto a livello federale. Una legge che, ha detto il presidente, “firmerei subito”. Quale occasione migliore, dunque, del voto autunnale? Biden è in una situazione delicata, consapevole che anche il suo campo (quello democratico) non è compatto: se il fronte che gli chiede di mostrare i muscoli contro la Corte, magari tirando fuori dal cassetto i vecchi piani per aumentare il numero dei giudici in modo da neutralizzare la maggioranza conservatrice, appare agguerrito, al Senato Joe Manchin e Kyrsten Sinema (senatrice dell’Arizona peraltro atea), hanno fatto sapere da giorni che non intendono andare allo scontro con i repubblicani su una questione delicata qual è l’aborto. Pesa poi, sui democratici, la vecchia promessa di Barack Obama: “La legge federale sull’aborto è la mia priorità”, disse più di un decennio fa. Non se n’è fatto nulla.
Isteria migratoria