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Con gli ucraini, senza se e senza ma. Un appello di 80 intellettuali sul Monde

Redazione

Dal premio Nobel Soyinka e dal linguista Chomsky, la difesa senza riserve di Kyiv. “Una fetta troppo grande dell’opinione pubblica si è schierata con il dittatore russo, in nome di un antimperialismo che si è trasformato in odio appassionato per l'occidente”

Un appello di 80 intellettuali di tutto il mondo dalle pagine del Monde ad appoggiare la resistenza ucraina “senza riserve”. Lo firmano la scrittrice indiana Arundhati Roy, lo scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun, il linguista statunitense Noam Chomsky, lo scrittore nigeriano premio Nobel Wole Soyinka e il romanziere algerino Kamel Daoud. “Dal 24 febbraio Vladimir Putin ha intrapreso una guerra di conquista contro l’Ucraina. Il suo esercito bombarda e distrugge le città, uccidendo migliaia di civili, come ha fatto in Cecenia e Siria. Gli ucraini stanno resistendo. Dobbiamo sostenerli senza calcoli né riserve”.

 

Gli 80 scrivono che “nella maggior parte dei nostri paesi, tuttavia, una fetta troppo grande dell’opinione pubblica si è schierata con il dittatore russo. In nome di un antimperialismo che negli anni si è trasformato in odio appassionato, si applaude chiunque si opponga all’occidente”. Notevole che, tra i firmatari, ci sia anche Noam Chomsky, che dell’opposizione all’occidente ha sempre fatto un vanto, dalla guerra in Cambogia a quelle in medio oriente. “Misuriamo la schiacciante responsabilità delle grandi e piccole potenze occidentali nella devastazione del nostro mondo” scrivono ancora gli intellettuali.

 

“Abbiamo denunciato le guerre che hanno condotto per garantire l’eternità del loro dominio su vaste regioni, incluse le nostre, e abbiamo condannato la loro difesa di dittature indifendibili per proteggere i loro interessi. Ma non sbagliamo la battaglia. Tutti e tutte coloro che rivendicano per sé la libertà, che credono nel diritto dei cittadini di scegliere i propri leader e di rifiutare la tirannia, oggi devono schierarsi con gli ucraini. La libertà va difesa ovunque. Da parte nostra, rifiutiamo di sostenere qualsiasi dittatura con il pretesto che i suoi avversari sono nostri nemici. Difendendo la guerra di Putin, ci priviamo del nostro diritto di essere liberi”. A differenza di altre crisi della storia, in questa ucraina Julien Benda avrebbe più difficoltà a scrivere il “tradimento dei chierici”.

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