C'è un nuovo mondo

Zelensky dice a Orbán di scegliere da che parte stare e lui ribadisce: non con te, non con l'occidente

Paola Peduzzi

Putin considera Johnson il più anti russo di tutti i leader occidentali. Biden riabbraccia la Polonia: non siete soli, siamo alleati

Nel suo intervento al Consiglio europeo, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ringraziato uno per uno i ventisei paesi europei membri dell’Ue, ha criticato la cautela di Germania, Irlanda e Portogallo, e poi si è rivolto direttamente al premier del ventisettesimo: Viktor Orbán, leader dell’Ungheria. “Voglio essere onesto”, ha detto Zelensky, “una volta per tutte devi decidere da che parte stai”. Il presidente ucraino ha raccontato di essere stato a Budapest con la sua famiglia, città splendida e città ferita, e sempre parlando a Orbán ha detto: affacciati sul Danubio, lì dove c’è il memoriale con le scarpe che ricordano i morti ebrei vittime del nazismo, “guarda quelle scarpe e vedrai come i massacri di massa possono accadere di nuovo, anche oggi”, vedrai Mariupol. 

 

A Mariupol muoiono bambini, adulti, nonni, ci sono le stesse scarpe dei massacri dei nazisti, “questo è quello che sta facendo la Russia, migliaia di persone sono morte”. E tu, Viktor, “esiti ancora sulle sanzioni? Esiti ancora sull’inviare armi? Esiti sul continuare a fare commerci con la Russia? Non c’è tempo per esitare. Esiste solo il tempo di decidere”. Orbán ha prontamente risposto che non farà l’embargo petrolifero e che non invierà armi: ha deciso, lo ha fatto già da tempo, dopo aver inizialmente appoggiato le prime misure sanzionatorie.

 

La fotografia del nuovo mondo che si sta creando è molto a fuoco: l’Ungheria non è un paese né filoeuropeo né atlantista: non sta esitando, ha già scelto da che parte vuole stare, con la Russia e con la Cina. Ieri circolavano molti video su Boris Johnson, che era a Bruxelles per i tanti vertici, e che una settimana fa aveva sciaguratamente paragonato la lotta per la sovranità degli ucraini alla Brexit. Nei video Johnson era spesso da solo, con l’aria di chi non ha nessuno con cui parlare perché nessuno gli parla: l’effetto della Brexit, insomma. Ma in questa crisi, il Regno Unito, a differenza dell’Ungheria con cui condivide, seppure in forme molto diverse, l’euroscetticismo, ha mostrato il suo straordinario atlantismo.

 

Lo stesso Vladimir Putin definisce Johnson il più anti russo dei leader occidentali: non che le classifiche di Putin abbiano una qualche rilevanza, ma è un fatto che Zelensky considera Orbán un nemico della causa ucraina (che è anche la causa occidentale) e Putin considera Johnson un nemico della causa russa. Se ancora qualcuno si faceva illusioni sulla natura della leadership di Orbán ora se le può togliere. Si vede la differenza con il Regno Unito ma la si vede anche con la Polonia, da anni appaiata all’Ungheria nella lotta alle istituzioni europee. Joe Biden, presidente americano, nel 2018 diceva che la Polonia era quasi irrimediabilmente perduta: una democrazia illiberale. Ieri Biden era in Polonia a dire ai leader di Varsavia che nella difesa dei valori occidentali e nell’accoglienza dei rifugiati non sono soli, siamo alleati.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi