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Casado e Ayuso litigano come ragazzini, la destra spagnola va in tilt

Guido De Franceschi

È in corso uno scontro mediatico tra il leader del Partito popolare e la presidente della regione di Madrid, ritenuta il ponte tra Pp e gli estremisti di Vox

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“Questo non sembra il Partito popolare, sembra Nuevas Generaciones” (e cioè l’ala giovanile del Pp). Questo, raccolto dal País, è stato il commento di un dirigente di lungo corso del grande partito del centrodestra spagnolo all’indomani dell’esplosione mediatica del conflitto che oppone, ormai da mesi, il leader del Pp, Pablo Casado, e la presidente della Regione di Madrid, Isabel Díaz Ayuso. E in effetti i due, che si conoscono proprio dai tempi dalla loro militanza in Nuevas Generaciones, si sono comportati, un po’ d’improvviso, con un’irruenza tale da aver reso ormai impossibile una riconciliazione.

  

Mercoledì  alcuni giornali riprendono delle voci su presunte investigazioni private sulla famiglia della Ayuso promosse dal suo stesso partito, il Pp. Giovedì la Ayuso compare davanti alle telecamere dicendo che mai avrebbe immaginato che il suo partito si sarebbe comportato in modo così crudele nei suoi confronti e accusando Casado di essere il mandante dello spionaggio. Ieri interviene anche Casado che dice che non c’è nessuna investigazione privata. Semplicemente, dice il leader del Pp, sono giunte informazioni da diverse fonti su circa 280 mila euro che sarebbero stati incassati dal fratello di Isabel, Tomás Díaz Ayuso, per l’intermediazione nella vendita di una partita di mascherine Fpp2 e Fpp3 da parte dell’azienda di un suo amico proprio alla regione di Madrid, presieduta da sua sorella. E che Ayuso, già interpellata mesi fa al proposito, ha evitato di fornire spiegazioni.

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Casado ha affermato di non avere alcuna prova. Ma poi, in un’intervista radiofonica alla Cadena Cope, è stato pesantissimo. Dopo aver premesso che non mette in dubbio la regolarità del contratto, ha però aggiunto: “Quello che voglio chiarire è se siano state pagate commissioni. E se nell’aprile del 2020, quando in Spagna morivano 700 persone al giorno, era possibile fare affari con la propria sorella e prendersi quasi 300 mila euro di compenso per aver venduto mascherine. Ma io non sto facendo accuse, sto facendo domande”. Al che la Ayuso ha replicato che, sì, suo fratello ha preso una commissione, ma che tutto è regolare, e che lei non sa quale sia la cifra, probabilmente molto inferiore rispetto a quella data da Casado, e che si stupisce che lui conosca questa cifra che neppure lei conosce, ma poi ha tirato fuori qualche carta (che riporta cifre inferiori) e, a precisa domanda, ha risposto che è probabile che il fratello abbia incassato anche altre commissioni ma che non c’è niente né di irregolare né di inopportuno.

  

La guerra tra Casado e Ayuso, che per anni si erano aiutati a vicenda come bravi fratellini, è in corso da tempo, fomentata dai rispettivi consiglieri. E già più volte il conflitto era emerso alla superficie, mostrando anche tratti di nervosismo un po’ adolescenziale con tanto di blocchi su WhatsApp. Ma al di là (si fa per dire) della faccenda delle sempre meno presunte commissioni incassate da Tomás Díaz Ayuso, che promettono un profluvio di sugo in cui i media faranno scarpetta per mesi, la questione riguarda il futuro assetto dei popolari e dell’intero centrodestra spagnolo.

  

Il Pp è sfidato, da un lato, dai reiterati successi elettorali dell’estrema destra sovranista di Vox e, dall’altro, dall’imprevedibile longevità del governo del socialista Pedro Sánchez che, pur reggendosi su quella che viene definita “maggioranza Frankenstein” per la sua incredibile composizione, sembra ormai capace di veleggiare fino alla fine della legislatura.

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E se Ayuso è favorevole a stringere, quando necessario (come in Castilla y León, dove si è votato domenica scorsa), accordi anche di governo con Vox, cosa che potrebbe spaventare l’elettorato più moderato, Casado, che invece punta su una conquista del centro senza concessioni al populismo, non è però riuscito, almeno finora, ad approfittare della vaporizzazione elettorale del partito liberale Ciudadanos.

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Qualcuno pensa quindi che Casado abbia tirato fuori dalla manica l’asso dei “favori fraterni”, proprio ora, dopo la sua vittoria dimezzata alle elezioni in Castilla y León, al preciso scopo di bruciare la figura della Ayuso che è il principale ponte tra Pp e Vox e che punta a sostituirlo alla guida del Pp. Ma non bisogna dimenticare che lei è molto amata da una parte dell’elettorato e del partito. E precisamente dalla parte più rumorosa e più desiderosa di gesti eclatanti in un contesto in cui, fin dai tempi di Mariano Rajoy, l’insulto più tagliente usato dagli avversari interni è stato “complessato”.

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