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Perché gli atleti naturalizzati cinesi piacciono solo quando vincono

Priscilla Ruggiero

Il fervore nazionalistico sta ostacolando le Olimpiadi: la caduta della pattinatrice Zhu Yi e la gloria di Eileen Gu sui social della Cina

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La Cina ha riempito la sua squadra olimpica di cittadini naturalizzati, ma ai cinesi piacciono solo quando vincono”, ha scritto il Washington Post dopo gli insulti rivolti ad alcuni atleti  cinesi sulle più grandi piattaforme di social come Weibo e Douyin (la versione cinese di TikTok). Che negli ultimi giorni hanno preso provvedimenti: Weibo mercoledì ha dichiarato di aver cancellato 41.473 post e sospeso 850 utenti, mentre Douyin ha detto di aver  ripulito 6.780 video o commenti correlati e di aver sospeso 331 utenti.  Anche altre piattaforme, come il forum Douban e il sito Bilibili, hanno rilasciato dichiarazioni simili. “Ci sono sempre vincitori e vinti negli sport competitivi, ma chiunque combatta è un vero eroe. La piattaforma esorta tutti a non attaccare sarcasticamente gli atleti a causa di errori accidentali”, ha scritto il profilo ufficiale di Weibo. 

 

Il Partito negli ultimi mesi ha più volte sottolineato la volontà di creare un cyberspazio “sano e pulito”, libero da informazioni “dannose per la società”. Al tempo stesso però Xi Jinping ha alimentato un fervore nazionalistico che vede nel Partito comunista il legittimo rappresentante delle comunità etniche cinesi in tutto il mondo. Un nazionalismo che rischia di mettere in pericolo l’immagine dei Giochi  proprio dagli utenti del paese. Negli ultimi giorni si sono scagliati in modo aggressivo contro la pattinatrice Zhu Yi: diciannove anni, nata in California, lunedì è caduta per la seconda volta durante l’esibizione di pattinaggio libero femminile e in poche ore l’hashtag “Zhu Yi è caduta” è diventato virale guadagnando più di duecento milioni di visualizzazioni su Weibo – che è intervenuto per censurare ogni discussione sull’argomento. I commenti sono andati presto oltre la delusione sportiva, con invettive e insinuazioni di tanti utenti  che si sono chiesti perché mai una pattinatrice  nata negli Stati Uniti sia finita a rappresentare la Cina.  Già al tempo delle selezioni per i Giochi, Zhu era stata un argomento controverso, quando era stata scelta al posto di un’atleta nata in Cina. “Per favore, lasciate che impari  il cinese prima che si metta a parlare  di patriottismo”, e “Torna in America”, si legge tra i tanti commenti. La situazione è sfuggita di mano a tal punto che sono dovuti intervenire i media statali come Xinhua e Hu Xijin, ex direttore del Global Times: non sfogate le vostre emozioni online su questa giovane atleta. 

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L’esperimento di internazionalizzare lo sport cinese non è andato come previsto, per ora ha funzionato solo con i vincitori, come l’atleta Eileen Gu: anche lei nata in California, dopo aver vinto l’oro nel Big Air martedì è diventata il volto cinese di queste Olimpiadi e  dicono che porterà altri due ori alla nazione. Shaolin Sandor Liu, il pattinatore che gareggia per l’Ungheria con origini cinesi, aveva ottenuto ampi consensi sui social per il suo accento mandarino e per la dichiarazione che ogni medaglia che avrebbe vinto sarebbe stata metà per la Cina e metà per l’Ungheria. Poi, stesso copione di Zhu: Shaolin è stato squalificato e l’hashtag “Shaolin ha violato le regole” ha attirato 280 milioni di visualizzazioni su Weibo mentre gli utenti si sfogavano sotto le immagini. Anche gli atleti americani con origini cinesi, come i pattinatori artistici Nathan Chen (che  ha vinto l’oro) e Vincent Zhou, che un tempo avrebbero ricevuto elogi per le loro radici, quest’anno sono andati incontro a un misto di indifferenza e derisione. Intanto Zhu Yi si sta preparando alla prossima gara prevista per il 15 febbraio, ma dice che il carico di yali, la forte pressione cui sono sottoposti gli atleti cinesi, l’ha provata.  

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