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al capolinea

Com’è finita poi con Cuomo? Tutte le accuse di molestie sono cadute

Stefano Pistolini

Anche l'ultima denuncia non avrà seguito: "Non esiste sufficiente base legale", ha annunciato il procuratore distrettuale della contea di Oswego che seguiva il caso. In precedenza anche le procure di Westchester, Nassau e Manhattan avevano rinunciato a perseguire l'ex governatore dello stato di New York

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L’andata all’inferno politico per Andrew Cuomo c’è già stata. Però il biglietto di ritorno adesso in teoria esiste, anche se non è detto che l’ex governatore dello stato di New York riesca a staccarlo. E’ caduta infatti l’ultima accusa di molestie sessuali che lo riguardava: Gregory Oakes, procuratore distrettuale della contea di Oswego, ha annunciato che non incriminerà Cuomo nell’indagine sul presunto contatto fisico indesiderato con Virginia Limmiatis, che l’aveva denunciato per averla carezzata sul seno durante un evento nel 2017. Pur non dubitando della credibilità dell’accusatrice, Oakes ha concluso che “non esiste sufficiente base legale” per portare Cuomo in giudizio. Mariann Wang, avvocato della Limmiatis, ha precisato: “Il fatto che non sia perseguito penalmente, non significa che Cuomo sia innocente”. 

 

In precedenza anche le procure della contea di Westchester e Nassau avevano rinunciato a incriminarlo per accuse dello stesso tenore, mentre la procura di Manhattan ha archiviato il caso degli ospizi statali nei quali la morte di molti anziani durante la prima ondata della pandemia del 2020, era stata attribuita a disposizioni errate impartite da Cuomo. Perfino il caso più insidioso, la denuncia di Brittany Comisso per palpeggiamenti risalenti al 2020, sull’onda del quale Letitia James, procuratrice dello stato di New York, aveva accusato Cuomo di abusi su undici donne, è arrivato al capolinea. Il procuratore David Soares, dopo aver indagato per mesi, ha concluso di non avere elementi sufficienti per incriminare l’ex governatore. “Cinque procuratori distrettuali e nessuna delle accuse ha resistito a un livello di effettiva verifica”, ha scritto Richard Azzopardi, il portavoce di Cuomo. “Come abbiamo sostenuto dall’inizio, la verità alla fine è emersa”. 

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In effetti le cose stanno in modo più complicato di così. Prima di tutto c’è la questione etica che s’intreccia a quella giudiziaria. Da un lato appare chiaro che la giustizia americana non disponga ancora degli strumenti necessari per intervenire e dirimere casi di questo genere. La resa del plotone di procuratori a fronte della consapevolezza di aver indagato su un reato impossibile da provare, pone un problema di evidente sostanza legale. Al tempo stesso questa rinuncia preoccupa gli attivisti contro le violenze sessuali per il messaggio che recapita alle altre vittime incerte se venire allo scoperto, sentenziando che farsi avanti in molti casi può non portare a nulla. Di fatto comunque la situazione di Cuomo si è alleggerita di molto rispetto ai caldi giorni delle sue dimissioni, concesse dopo una strenua resistenza e in vista di un procedimento di impeachment, delineando uno dei crolli politici più clamorosi nella storia americana.  “Questo epilogo lo riporterà nell’arena politica”, dice adesso Karen Hinton, ex consulente di Cuomo, a sua volta sua accusatrice per molestie. “Lui è fatto così”. Cuomo ha sempre negato di aver agito in modo inappropriato e ha parlato di fraintendimenti della sua condotta. Ai tempi del virulento attacco da parte di Letitia James, Cuomo è stato sottoposto a una pesante gogna mediatica che ha travolto anche suo fratello Chris – anchorman della Cnn licenziato in tronco con l’accusa di favoritismo – culminata infine nelle roventi parole di condanna pronunciate dalla sua vice, Kathy Hochul, nel momento in cui ne ha occupato la poltrona di governatore. 

 

Poi le cose si sono mosse rapidamente: la stessa James, a sorpresa, si è lanciata in una candidatura proprio per la carica di governatore dello stato, avviandosi alle imminenti primarie democratiche, nelle quali avrebbe dovuto battersi proprio contro la Hochul. Alla fine ha poi deciso di rinunciare, avanzando la giustificazione di sentirsi ancora troppo coinvolta nei doveri di procuratrice, ma la successione strategica delle sue mosse non è certo passata inosservata. 

 

Quanto alla Hochul, la sua relazione operativa con un’altra new entry della politica East Coast come il neo sindaco di New York, Eric Adams, sembra per ora funzionare a meraviglia, dando una rinfrancante sensazione di rinnovamento rispetto alle turbolenze dell’èra Cuomo-Bill De Blasio. Eppure c’è elettricità attorno all’ex governatore, perché la sua figura politica resta imponente, soprattutto per l’elettorato dem più tradizionalista. Resterà in disparte? La politica americana è piena di storie di redenzione, sebbene in questo caso il tempo trascorso dalla trasgressione sia davvero esiguo. Ma a novembre si vota e la posta in gioco è davvero troppo succulenta per non risvegliare gli appetiti di un veterano del potere come Andrew Cuomo. Probabile che non gli basterà accumulare milioni coi suoi libri autopromozionali sulla battaglia contro la pandemia. Ed è quanto meno possibile che nella sua testa stia pensando che, alla faccia dei detrattori, lo spettacolo non sia per niente finito. 

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