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La telefonata

Ucraina, Draghi sente Putin: "Impegno comune per soluzione alla crisi"

Redazione

I due leader hanno parlato della minaccia russa contro Kiev sottolineando la necessità di continuare il dialogo. Tra incontri e telefonate, le azioni diplomatiche cercano di prevenire un conflitto molto pericoloso. Parlare serve a guadagnare tempo, ma la Russia ha una parola d'ordine: bilateralismo

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Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha parlato al telefono con il presidente russo, Vladimir Putin. Durante la crisi ai confini ucraini, lungo i quali la Russia ha ammassato un numero crescente di truppe e di mezzi militari, il capo del Cremlino ha continuato a mantenere i rapporti con gli altri leader occidentali. Lunedì ha parlato con il presidente francese, Emmanuel Macron, con il quale aveva già conversato venerdì: alla fine della telefonata i due avevano ribadito la necessità di continuare il dialogo. Anche con Draghi il centro della telefonata sono stati i rapporti con Kiev. Il presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza di allentare le tensioni e i due leader si sono espressi a favore di un impegno comune per una soluzione sostenibile della crisi e anche della necessità di costruire un clima di fiducia. Secondo il comunicato pubblicato dal Cremlino, Putin ha “sottolineato la necessità di piani concreti da parte delle autorità di Kiev per attuare il ‘pacchetto di misure’ di Minsk”.

 

Putin si fa vedere pronto al dialogo, ma continua a prediligere i colloqui bilaterali. La logica è quella della divisione, finora la crisi sembra aver ricompattatao il fronte occidentale. Il presidente russo parla singolarmente con tutti i leader, seguendo un via vai di incontri e telefonate che per il momento non stanno risolvendo la crisi. I leader occidentali stanno cercando di portare avanti l’approccio diplomatico anche dopo la risposta che gli Stati Uniti e la Nato hanno dato a Mosca riguardo alle sue richiesta per la sicurezza. Secondo Mosca le richieste sono state disattese, ancora sta lavorando alle sue controrisposte, ma intanto la diplomazia rischia di indebolirsi. 

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