(Foto Ansa)

Cripto potenti

Inflazione e crollo della lira turca? Erdogan chiede aiuto al re dei bitcoin Nayib Bukele

Cecilia Sala

La Turchia, dopo aver annunciato una nuova legislazione che prevede tipologie di asset pubblici “innovative” per affrontare la crisi, ha ospitato il presidente di El Salvador, il primo al mondo a rendere una criptovaluta moneta legale. Con scarsi risultati

Il rapporto tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e la politica monetaria è già molto turbolento, ma può ancora peggiorare. Erdogan ha appena ospitato nella capitale Nayib Bukele, presidente del paese dell’istmo centroamericano El Salvador, e i due hanno parlato di bond di stato, lira turca e operazioni di mercato aperto. Bukele è stato il primo al mondo a rendere una criptovaluta moneta legale, lui è un millennial che sui social si comporta come un influencer e, da presidente della Repubblica, il suo modello non è un padre nobile della patria ma il patron di Tesla Elon Musk. Bukele piace molto a Davide Casaleggio e di sé dice di essere uno che vive nel futuro. Infatti pochi giorni fa, il 16 gennaio, si è rifiutato di celebrare il trentesimo anniversario degli accordi di pace che nel 1992 hanno messo fine alla sanguinosa guerra civile in El Salvador, che aveva fatto settantacinquemila morti. Perché il passato e la Storia non sono “cool”.

 

L’esperto di blockchain e criptovalute David Gerard ha usato parole chiare per descrivere come stiano andando le cose nel paese centroamericano dopo che il Parlamento dominato dal partito del presidente ha approvato una legge che rende i bitcoin moneta legale. Ha scritto: “La legge è una farsa. Il sistema non funziona, la valuta è andata in crash e la cittadinanza la odia”. I sondaggi confermano, solo il 27 per cento dei salvadoregni si fida dei bitcoin, questo in un paese dove la metà della popolazione non ha accesso alla rete internet. Gerard è autore di un libro che si chiama “Attack of the 50 Foot Blockchain: Bitcoin, Blockchain, Ethereum” che ha smontato gli eccessi di entusiasmo rispetto all’intero fenomeno cripto. Il presidente-influencer Bukele non lo ha letto e ha deciso di rispondere al fallimento della sua legge sui bitcoin con più bitcoin. Le cose non sono migliorate, ma Erdogan gli chiede consigli e forse ipotizza per il futuro di imitare alcune sue mosse. 

 

I due capi di stato hanno tenuto una conferenza stampa dopo il meeting in cui non hanno fatto riferimenti espliciti alle criptovalute, ma secondo gli analisti possiamo dare per scontato che a porte chiuse ne abbiano parlato. Innanzitutto perché il governo di Bukele è famoso solo per i bitcoin, lo stesso presidente salvadoregno ha annunciato la visita twittando: “Saluti a tutti in Turchia da El Salvador, la terra dei #Bitcoin”. Poi perché Erdogan sa benissimo che, per compensare il crollo della lira turca, molti dei suoi cittadini si sono rifugiati negli investimenti in criptovalute

 

L’incontro con Bukele è arrivato proprio nel momento in cui Erdogan ha annunciato una nuova legislazione che prevede tipologie di asset pubblici “innovative” per affrontare la crisi. L’anno scorso la lira turca ha perso il 40 per cento del suo valore e la banca centrale ha tagliato i tassi d’interesse – come voleva il presidente – accelerando il crollo della moneta. La strategia di Erdogan era tenere basso il costo del denaro (i tassi) per favorire la crescita economica, e ha cacciato i funzionari che si rifiutavano di seguire le sue mosse pericolose. I tagli dei tassi hanno poi spinto l’inflazione alle stelle, perché rendono molto care le importazioni e di conseguenza fanno salire i prezzi. Ma dall’altra parte dell’oceano le cose non vanno meglio, nelle stesse ore in cui i due presidenti si scambiavano perle di saggezza macroeconomica, in El Salvador si registrava il dimezzamento del valore dei bond sovrani, i rendimenti triplicavano, e questo significa che lì il rischio default si è fatto ancora più vicino.
 

Di più su questi argomenti: