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l'intervista

La ripresa c’è e si vede, ma rischia di essere “bumpy”, ci dice Tinagli

David Carretta

La presidente della commissione Affari economici al Parlamento europeo intervistata dal Foglio: "Bene la visione di lungo periodo, ma dobbiamo monitorare anche il presente”

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Strasburgo. Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, oggi dovrebbe salutare l’uscita dalla crisi economica provocata dal Covid-19. La ripresa è più forte del previsto. I timori di una quarta ondata si sono attenuati grazie al successo della campagna di vaccinazione. La Commissione ha già versato quasi 50 miliardi di euro del Recovery fund, il più grande stimolo fiscale mai messo in piedi dall’Ue. Ma il trionfalismo potrebbe essere fuori luogo. La ripresa “c’è e la stiamo vedendo”, ma rischia di essere “bumpy”, dice al Foglio Irene Tinagli, presidente della commissione Affari economici al Parlamento europeo. “Bumpy” significa “irregolare”, perfino “accidentata”. Come una strada con dei dossi. La crescita fa un balzo in su, ma potrebbe anche cadere all’improvviso. “Non sarà un percorso lineare”, spiega Tinagli. I fattori sono in gran parte legati alla catena di approvvigionamento, ma anche all'evoluzione dei prezzi di materie prime ed energia: penuria di semiconduttori, di navi cargo per trasportare merci e di manodopera; alta domanda di gas sui mercati mondiali e aumento dei costi di idrocarburi ed elettricità. “Ci sono già piccoli intoppi e problemi legati ad alcune materie prime, all’approvvigionamento e all’energia. Credo che vadano monitorati con grande attenzione. Non li possiamo sottovalutare”, dice Tinagli.

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Strasburgo. Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, oggi dovrebbe salutare l’uscita dalla crisi economica provocata dal Covid-19. La ripresa è più forte del previsto. I timori di una quarta ondata si sono attenuati grazie al successo della campagna di vaccinazione. La Commissione ha già versato quasi 50 miliardi di euro del Recovery fund, il più grande stimolo fiscale mai messo in piedi dall’Ue. Ma il trionfalismo potrebbe essere fuori luogo. La ripresa “c’è e la stiamo vedendo”, ma rischia di essere “bumpy”, dice al Foglio Irene Tinagli, presidente della commissione Affari economici al Parlamento europeo. “Bumpy” significa “irregolare”, perfino “accidentata”. Come una strada con dei dossi. La crescita fa un balzo in su, ma potrebbe anche cadere all’improvviso. “Non sarà un percorso lineare”, spiega Tinagli. I fattori sono in gran parte legati alla catena di approvvigionamento, ma anche all'evoluzione dei prezzi di materie prime ed energia: penuria di semiconduttori, di navi cargo per trasportare merci e di manodopera; alta domanda di gas sui mercati mondiali e aumento dei costi di idrocarburi ed elettricità. “Ci sono già piccoli intoppi e problemi legati ad alcune materie prime, all’approvvigionamento e all’energia. Credo che vadano monitorati con grande attenzione. Non li possiamo sottovalutare”, dice Tinagli.

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L’eccessivo ottimismo è pericoloso nel breve periodo. La ripresa più forte del previsto e le stime positive per il 2022 vengono usati da alcuni paesi “per dire che in fin dei conti non c’è bisogno” di altre azioni per sostenere la crescita, dice Tinagli: “E’ bene avere una visione di lungo periodo, avere degli obiettivi a molti anni, ma noi dobbiamo monitorare anche il breve periodo e saper leggere questi segnali e saper capire se sono cose temporanee”. E’ quello che pensano molti economisti. Gli intoppi nella catena di approvvigionamento saranno superati rapidamente. La chiusura di un porto in Cina a causa di un lockdown si risolve in pochi giorni. L’aumento dei prezzi energetici è determinato dalla Russia: ha offerto meno forniture che in passato, e per l’Europa tutto tornerà come prima quando il gasdotto Nord Stream 2 sarà operativo. E’ la logica che ha spinto la Banca centrale europea a non farsi spaventare dall’impennata dell’inflazione al 3 per cento ad agosto e a mantenere gran parte dei suoi stimoli monetari. Secondo Christine Lagarde, l’aumento dei prezzi è determinato da fattori temporanei e l’inflazione dovrebbe tornare sotto il 2 per cento il prossimo anno. Ma alcuni temono che non sia così. “L’inflazione è un fattore maggiore di incertezza”, dice Johan Van Overtveldt, il presidente della commissione Bilancio del Parlamento europeo, conosciuto per la sua visione ortodossa di politica fiscale e monetaria : “Cosa succede se non torna ai livelli desiderati dalla Bce?”.

 

Secondo Tinagli, gli intoppi che rischiano di provocare un rallentamento improvviso della crescita nell’Ue “vanno tenuti sotto controllo perché sono tante le dinamiche sottostanti che potenzialmente potremmo vedere”. L’obiettivo è “poter intervenire anche nel breve termine per sostenere questa ripresa”. Del resto, quel che è temporaneo per un economista non necessariamente lo è per il mondo reale. “Due trimestri possono voler dire il fallimento per un’impresa”, ricorda Tinagli: “L’attuale ripresa non è uguale (per tutti). Ha una sua disomogeneità. Ci sono settori che sono ripartiti prima e altri dopo. Ci sono settori che soffrono di più dei colli di bottiglia e altri meno. Dobbiamo fare in modo di essere in grado di intervenire laddove la ripresa si sente meno e i problemi temporanei hanno un impatto pesante”, dice Tinagli.

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