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E’ finita la luna di miele tra Ue e l’America, che pensa solo a se stessa

David Carretta

Il frettoloso ritiro dall'Afghanistan è stata l'ultima goccia: "La nostra collaborazione sarà più complicata", dice un diplomatico europeo, allontanando definitivamente quel ritorno all'antica di cui dava illusione l'arrivo di Biden alla Casa bianca

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La Commissione europea e l’Amministrazione Biden ieri hanno annunciato la prima riunione del Consiglio Commercio e Tecnologia, attorno al quale dovrebbe essere rilanciata la cooperazione transatlantica dopo i tormentati quattro anni di Donald Trump. La creazione del Trade and Technology Council era stata annunciata durante il primo summit Ue-Usa a giugno, insieme a un’altra serie di gesti pacificatori, come la sospensione del conflitto commerciale per i sussidi a Airbus e Boeing. Il primo incontro, che si terrà il 29 settembre a Pittsburgh, sarà presieduto dal segretario di Stato, Antony Blinken, dalla segretaria al Commercio, Gina Raimondo, dalla rappresentante per il Commercio, Katherine Tai, e dai vicepresidenti della Commissione, Margrethe Vestager e Valdis Dombrovskis.

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La Commissione europea e l’Amministrazione Biden ieri hanno annunciato la prima riunione del Consiglio Commercio e Tecnologia, attorno al quale dovrebbe essere rilanciata la cooperazione transatlantica dopo i tormentati quattro anni di Donald Trump. La creazione del Trade and Technology Council era stata annunciata durante il primo summit Ue-Usa a giugno, insieme a un’altra serie di gesti pacificatori, come la sospensione del conflitto commerciale per i sussidi a Airbus e Boeing. Il primo incontro, che si terrà il 29 settembre a Pittsburgh, sarà presieduto dal segretario di Stato, Antony Blinken, dalla segretaria al Commercio, Gina Raimondo, dalla rappresentante per il Commercio, Katherine Tai, e dai vicepresidenti della Commissione, Margrethe Vestager e Valdis Dombrovskis.

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L’inaugurazione “segna il nostro impegno comune per espandere e approfondire commercio e investimenti transatlantici e per aggiornare le regole per l’economia del Ventunesimo secolo” sulla base dei “nostri valori democratici condivisi”, hanno detto Ue e Usa in una nota. Problema: la decisione di Biden di ritirarsi precipitosamente dall’Afghanistan, senza ascoltare i partner europei, ha messo fine alla luna di miele tra le due sponde dell’Atlantico. “L’uscita da Kabul è stata uno choc che complicherà la collaborazione”, dice al Foglio un diplomatico europeo.

L’arrivo di Biden era stato vissuto dagli europei come un ritorno all’antica. Ritorno nell’accordo di Parigi sul clima, ripresa dei negoziati sul nucleare iraniano, sospensione dei dazi ingiustificati, atteggiamento più duro contro gli oligopoli di Big Tech, intesa sulla tassazione delle multinazionali: Europa e America sembravano sulla stessa linea non solo sulla retorica dei valori, ma anche sulle scelte politiche da fare per il futuro. L’Ue sembrava pronta anche a rinunciare alla politica di equidistanza in termini di rapporti economici tra Stati Uniti e Cina per collaborare con Biden nel difendersi da pratiche commerciali abusive e minacce tecnologiche. Era il senso del Trade and Tecnology Council, pensato non solo per risolvere le dispute e promuovere la cooperazione bilaterali, ma anche per fissare standard globali concorrenti a quelli cinesi.

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I primi segnali di disamoramento degli europei sono arrivati sui vaccini contro il Covid-19: non solo l’Amministrazione Biden ha mantenuto il divieto di esportazione introdotto da Trump, ma ha espresso sostegno alla proposta di India e Sud Africa di sospendere la protezione dei brevetti. Poi in aprile è arrivata la sorpresa della conferma del ritiro dall’Afghanistan. Infine, nel caos della presa di Kabul da parte dei talebani, Biden non ha ascoltato la supplica degli europei al G7 di rinviare l’uscita oltre il 31 agosto per permettere di proseguire l’evacuazione. Sia sui vaccini sia sull’Afghanistan le decisioni sono state prese senza informare o consultare gli europei. La sensazione nell’Ue è che i motivi di politica interna abbiano prevalso sulla promessa di restaurare le alleanze dell’America.

 

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha lasciato trasparire il malessere dell’Ue in un’intervista alla rivista Le Grand Continent. “Quando gli Stati Uniti hanno scelto di negoziare con i talebani sotto l’Amministrazione Trump e poi hanno confermato il loro ritiro (sotto l’amministrazione Biden, ndr), l’hanno fatto consultandosi pochissimo, se non per niente, con i partner europei”, ha detto Michel: c’è una “tendenza strutturale negli Stati Uniti (…) a dare priorità agli interessi americani”. In termini di alleanza transatlantica “essere uniti e avere una voce unica non significa seguire una posizione che ci viene imposta meccanicamente”, ha detto Michel. Il presidente francese, Emmanuel Macron, nei suoi discorsi è tornato a parlare di “autonomia strategica” come concetto più per allontanarsi dagli Stati Uniti che per affrontare la Cina. Michel ha spiegato che gli europei non vogliono “essere tenuti in ostaggio da questa rivalità” sino-americana. L’accordo sugli investimenti tra Ue e Cina, osteggiato dall’Amministrazione Biden, è tornato in auge malgrado le sanzioni di Pechino contro diplomatici e deputati europei. La Commissione e l’Europarlamento hanno ricominciato a concentrare le loro offensive sui Big Tech americani. Gli ottimisti vi vedono la volontà di affermare la “sovranità europea”. I pessimisti sottolineano che l’Ue non solo è divisa, ma non ha ancora trovato un modo concreto per tradurre nella pratica la sua “autonomia strategica”.

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