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new normal

La strada di Israele verso la nuova normalità

I certificati di immunità sono un’arma anche contro i no vax. Il rischio di contraffazione

Micol Flammini

Gerusalemme inizia a pensare alla riapertura, che non sarà una semplice uscita dal lockdown: un pass in mano per chi è vaccinato o è già stato contagiato

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Quasi tre milioni di israeliani hanno ricevuto le due dosi del vaccino contro il Covid-19 e il paese comincia sul serio a riorganizzare la ripartenza, la normalità nuova, che almeno finché i paesi saranno divisi tra vaccinati e non, non può di certo essere uguale a quella vecchia. Israele pensa a riaprire, lo farà domenica, e dopo essersi sottoposta  a una lunga e intermittente chiusura e aver puntato tutto su una campagna di vaccinazione rapida e ambiziosa sta iniziando a mettere in fila i pilastri di questa nuova vita, che è ancora tutta da immaginare. 

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Quasi tre milioni di israeliani hanno ricevuto le due dosi del vaccino contro il Covid-19 e il paese comincia sul serio a riorganizzare la ripartenza, la normalità nuova, che almeno finché i paesi saranno divisi tra vaccinati e non, non può di certo essere uguale a quella vecchia. Israele pensa a riaprire, lo farà domenica, e dopo essersi sottoposta  a una lunga e intermittente chiusura e aver puntato tutto su una campagna di vaccinazione rapida e ambiziosa sta iniziando a mettere in fila i pilastri di questa nuova vita, che è ancora tutta da immaginare. 

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I negozi, i mercati, i musei, le biblioteche e i centri commerciali saranno accessibili a  tutti, ma lo stesso discorso non sarà valido, per esempio, per le palestre o le piscine, che potranno essere utilizzate soltanto da chi è stato vaccinato o è già stato contagiato dal coronavirus negli ultimi mesi. Ci vorrà una prova, un pass che, ha detto Nachman Ash, l’architetto della strategia contro il Covid in Israele, potrà essere fornito tramite una app. Come funzionerà l’ha spiegato Channel 12: i cittadini potranno inserire i dati personali ed entro poco  riceveranno un pass che verrà emesso dal ministero della Salute. Per chi non ha uno smartphone ci sarà un certificato da stampare e in tanti sono già preoccupati dalla corsa ai  certificati  contraffatti. Ci si prepara a  considerare che il pass sarà una cosa molto ambita e  per chi presenta certificati falsi ci saranno delle multe.  E’ così che il futuro inizia a delinearsi in Israele: una cesura tra il mondo conosciuto nell’ultimo anno e quello che si sta formando ora con il vaccino, i vaccinati da una parte e i non vaccinati dall’altra.

 

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Con quasi il 43 per cento dei cittadini che ha ricevuto almeno una dose di vaccino, con i dati che confermano le previsioni della Pfizer sull’efficacia del vaccino, Israele è diventata un laboratorio che adesso può permettersi di ricominciare in anticipo a fare attività dimenticate durante la pandemia, ma con un codice diverso. Lo aveva promesso anche il premier Benjamin Netanyahu, quando a fine dicembre, dopo aver annunciato la campagna di vaccinazione e indetto contemporaneamente un nuovo lockdown, aveva detto che vaccini e chiusura avrebbero assicurato a Israele la vittoria contro il virus: “Le due cose insieme ci faranno uscire dalla pandemia per primi al mondo”. 

 

Anche per i viaggi Israele ha incominciato a stringere accordi con altre nazioni per il riconoscimento reciproco dei passaporti vaccinali, argomento che ha diviso molto l’Unione europea e promosso molto dalla Grecia. Atene non è riuscita a sensibilizzare gli europei, impegnati in questo momento in altre decisioni e con la testa rivolta più  alla lotta contro la pandemia che alla riapertura, ma assieme a Cipro si è accordata con Israele. 

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Non si può ancora dire che Gerusalemme abbia vinto contro la pandemia – rimangono decisioni importantissime da prendere che riguardano varie attività e soprattutto la scuola – ma ha tracciato una strada che nessun altro è riuscito a seguire finora, un modello eccezionale, anche perché complicato da applicare  altrove, che porta dritti verso una nuova normalità, fatta di nuovi rituali, di passaporti, di pass, di certificati di immunità  ai quali bisognerà abituarsi.  Questo scorcio sul mondo che sarà nei prossimi mesi da trascorrere con il patentino di immunità tra le mani potrebbe anche essere un modo per convincere chi in Israele è riluttante al vaccino, soprattutto tra i giovani. Ieri il premier su Twitter ha postato la foto dei polmoni durante la malattia con la scritta “ragazzi vaccinatevi”. Anche in questo il modello israeliano potrà mostrare  la strada per capire se finalmente questo pass che  dà accesso alla normalità non sarà forse la strategia più efficace per convincere i no vax rimasti. 

 

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