PUBBLICITÁ

Chiusura anti virus

David Carretta

La Germania chiude le frontiere e manda nel panico (furioso) il resto dell’Ue che teme una reazione a catena

PUBBLICITÁ

La grande paura delle varianti del coronavirus sta facendo tornare l’Unione europea ai mesi di marzo e aprile del 2020, quando gli stati membri chiusero unilateralmente le frontiere mettendo a rischio le catene di approvvigionamento dell’economia e la tenuta del progetto comunitario. La Commissione di Ursula von der Leyen ieri è stata costretta a richiamare la Germania, dopo la decisione improvvisa del governo di Angela Merkel di imporre controlli ai confini con il Tirolo austriaco, la Repubblica ceca e la Slovacchia. “Ci aspettiamo che tutti gli stati membri rispettino le raccomandazioni” sulle restrizioni alla libera circolazione delle persone, ha detto un portavoce della Commissione.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


La grande paura delle varianti del coronavirus sta facendo tornare l’Unione europea ai mesi di marzo e aprile del 2020, quando gli stati membri chiusero unilateralmente le frontiere mettendo a rischio le catene di approvvigionamento dell’economia e la tenuta del progetto comunitario. La Commissione di Ursula von der Leyen ieri è stata costretta a richiamare la Germania, dopo la decisione improvvisa del governo di Angela Merkel di imporre controlli ai confini con il Tirolo austriaco, la Repubblica ceca e la Slovacchia. “Ci aspettiamo che tutti gli stati membri rispettino le raccomandazioni” sulle restrizioni alla libera circolazione delle persone, ha detto un portavoce della Commissione.

PUBBLICITÁ

  

Le linee guida, che permettono di effettuare test sulle persone che entrano dalle zone ad alto rischio ma con eccezioni per lavoratori transfrontalieri e autisti di tir, erano state aggiornate appena tre settimane fa proprio per far fronte alle varianti più contagiose. Dopo averle approvate insieme agli altri 26 governi, la Germania le ha violate. Il ministro dell’Interno, Horst Seehofer, ha accusato l’Ue di “mettere il bastone tra le ruote” con i suoi rilievi su coordinamento e raccomandazioni. Ma, non volendo ricorrere alla minaccia di procedure di infrazione, la Commissione si trova disarmata di fronte ai paesi che ignorano il quadro comune di lotta contro il virus. In mancanza di altro, invierà delle lettere ai 27 governi “per ricordare l’importanza di seguire le linee guida concordate”.

 

PUBBLICITÁ

    

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ieri ha aggiornato la sua valutazione del rischio sulla pandemia che resta da “alto a molto alto” a causa delle varianti più contagiose. “Interventi immediati, forti e decisi sono essenziali per controllare la trasmissione e salvaguardare le capacità sanitarie”, ha detto l’Ecdc, chiedendo di rafforzare e mantenere le restrizioni “nei prossimi mesi” per “minimizzare le possibilità che emergano nuove varianti”. Ma la decisione di Berlino di chiudere le frontiere non compromette solo la libertà di movimento delle persone. Al Brennero si sono formati 40 chilometri di coda di tir diretti in Germania via l’Austria. Agli autisti non viene consentito di attraversare il confine tedesco se non hanno un test negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Decine di chilometri di coda sono stati registrati al confine con la Repubblica ceca.

 

L’industria automobilistica tedesca è in fibrillazione per il rischio di dover fermare gli impianti a causa della mancanza di forniture ceche e slovacche. Il ministro degli Esteri slovacco, Ivan Korcok, ha scritto una nota diplomatica al suo omologo tedesco, Heiko Maas, per protestare contro la chiusura e avvertire del rischio di una “reazione a catena”. Anche la Francia è preoccupata che la Germania possa chiudere le sue frontiere occidentali. Il ministro per gli Affari europei, Clément Beaune, ha avuto ieri una riunione con i presidenti di tre Länder al confine per cercare di garantire il passaggio di tir e lavoratori transfrontalieri nel momento in cui il dipartimento della Mosella registra un picco di casi. Quella della Germania “è una decisione dura” e “ha delle conseguenze molto negative”, ha detto Beaune.

   

PUBBLICITÁ

La Commissione contesta a Berlino il mancato rispetto delle eccezioni previste dalle raccomandazioni dell’Ue. In teoria il governo tedesco dovrebbe garantire delle “corsie verdi” preferenziali ai confini per il passaggio dei tir e permettere l’ingresso senza test agli autisti e ai lavoratori transfrontalieri. La Germania non è il solo paese nel mirino della Commissione. Il Belgio ha introdotto un divieto di viaggi non essenziali fino al primo aprile, che di fatto equivale a sigillare il paese. Il commissario alla Giustizia, Didier Reynders, considera la misura “sproporzionata” e avrebbe potuto minacciare una procedura. Ma finora si è limitato a fare pressioni sul primo ministro Alexander De Croo. Il pericolo di un effetto a valanga è reale. Altri paesi potrebbero chiudere in nome del “principio di reciprocità”, malgrado il fatto che da dodici mesi promettono e ripromettono collaborazione e cooperazione.

PUBBLICITÁ

  

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ