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Le relazioni con la Russia

Borrell torna da Mosca con in mano solo un’umiliazione per sé e l’Ue

David Carretta

L’Alto rappresentante si è fatto dire di tutto da Sergei Lavrov. Nessun incontro con Navalny e l’espulsione di tre diplomatici europei durante la sua visita

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L’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, è andato a Mosca con una doppia missione: dimostrare che l’Unione europea fa sul serio su Alexei Navalny e offrire al contempo a Vladimir Putin un reset delle relazioni dopo sette anni di gelo seguito all’annessione della Crimea e al sostegno ai separatisti nell’est dell’Ucraina. Oggi Borrell torna da Mosca con il peggior risultato di tutti: aver minato la sua autorità personale e quella dell’Ue, dopo essersi fatto umiliare durante la conferenza stampa con il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. “L’Ue è un partner inaffidabile”, ha detto ieri Lavorv affianco a Borrell, al termine di una lunga tirata con cui ha accusato l’Ue di violare i diritti umani e i princìpi democratici, di reprimere i manifestanti antigovernativi peggio della Russia, di aver mentito sulle prove dell’avvelenamento di Navalny, di ingerenza negli affari interni di altri paesi e di interventi militari opportunistici all’estero.

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L’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, è andato a Mosca con una doppia missione: dimostrare che l’Unione europea fa sul serio su Alexei Navalny e offrire al contempo a Vladimir Putin un reset delle relazioni dopo sette anni di gelo seguito all’annessione della Crimea e al sostegno ai separatisti nell’est dell’Ucraina. Oggi Borrell torna da Mosca con il peggior risultato di tutti: aver minato la sua autorità personale e quella dell’Ue, dopo essersi fatto umiliare durante la conferenza stampa con il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. “L’Ue è un partner inaffidabile”, ha detto ieri Lavorv affianco a Borrell, al termine di una lunga tirata con cui ha accusato l’Ue di violare i diritti umani e i princìpi democratici, di reprimere i manifestanti antigovernativi peggio della Russia, di aver mentito sulle prove dell’avvelenamento di Navalny, di ingerenza negli affari interni di altri paesi e di interventi militari opportunistici all’estero.

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Lavrov si è perfino permesso di paragonare i manifestanti arrestati in Russia ai rivoltosi che hanno assaltato il Campidoglio negli Stati Uniti il 6 gennaio. Borrell è rimasto impassibile, perfino quando Lavrov ha parlato degli indipendentisti catalani in carcere (il tema generalmente provoca reazioni poco diplomatiche dell’Alto rappresentante). Non ha deviato dal copione che aveva preparato per l’avvio del reset con la Russia. Ha fatto un lungo elenco di temi su cui “possiamo e dobbiamo lavorare insieme perché quando lo facciamo abbiamo buoni risultati”. Si è congratulato per il vaccino Sputnik V e ha auspicato che l’Ema lo autorizzi in Europa. Ha preso le distanze dagli Stati Uniti su Cuba. Ha ribadito la richiesta dell’Ue di rilasciare Navalny, salvo aggiungere: “non c’è proposta sulle sanzioni da parte di nessuno stato membro” dell’Ue. Mentre Borrell parlava, il ministero degli Esteri russo ha espulso tre diplomatici europei – un tedesco, un polacco e uno svedese – per aver partecipato alle manifestazioni.

 

Poco dopo, a Bruxelles, una portavoce dell’Ue ha giustificato così il mancato incontro di Borrell con l’oppositore russo in carcere: “avrebbe dato l’impressione sbagliata” che l’Ue appoggia la condanna di Navalny. “Questa visita a Mosca (...) non sarebbe dovuta avvenire dati i pessimi sviluppi in Russia”, dice l’europarlamentare del Ppe, Siegfried Muresan: la conferenza stampa è stata uno “one-man show di Lavrov”, mentre Borrell “non ha ottenuto nulla e non è sembrato nemmeno provarci”. Gli stati membri dell’Ue erano divisi sull’opportunità del viaggio di Borrell. Germania e Francia hanno insistito, malgrado le perplessità dei paesi dell’est e dei baltici. A marzo il Consiglio europeo avrà una discussione sulle relazioni tra Ue e Russia. L’umiliazione subita da Borrell era prevedibile. Secondo Nicu Popescu dell’Ecfr, “offrire reset alla Russia non funziona”. Con Putin “un approccio muscolare ha più probabilità di portare risultati di suppliche diplomatiche e tentativi poco convincenti di adulazione geopolitica”.

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