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editoriali

La destra, Trump e Navalny

Redazione

I silenzi di Meloni e Salvini sull’assalto a Capitol Hill e l’arresto del dissidente russo

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La difficoltà della destra italiana ad approfittare della crisi di maggioranza per offrire soluzioni diverse rispetto al governo M5s-Pd è evidente in questi giorni in cui, senza neanche troppo crederci, invoca le elezioni anticipate come uno possibile sbocco. Alcuni motivi per cui, nonostante i consensi elevati nel paese, la destra italiana non riesca a proporsi come alternativa credibile a un governo in estrema difficoltà sono emersi in due episodi delle prime settimane di questo nuovo anno. Il primo è stato l’assalto a Capitol Hill da parte dei manifestanti trumpiani. La posizione della destra italiana è stata la più morbida rispetto a quella di tutte le destre di governo occidentali, incluse alcune frange del Partito Repubblicano americano. Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno genericamente condannato le violenze, senza però prendere le distanza da Donald Trump, che a lungo le ha preparate incitandola folla. “Mi auguro che le violenze cessino subito come chiesto dal Presidente Trump”, ha commentato la Meloni come se Trump avesse gettato acqua sul fuoco anziché benzina.

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La difficoltà della destra italiana ad approfittare della crisi di maggioranza per offrire soluzioni diverse rispetto al governo M5s-Pd è evidente in questi giorni in cui, senza neanche troppo crederci, invoca le elezioni anticipate come uno possibile sbocco. Alcuni motivi per cui, nonostante i consensi elevati nel paese, la destra italiana non riesca a proporsi come alternativa credibile a un governo in estrema difficoltà sono emersi in due episodi delle prime settimane di questo nuovo anno. Il primo è stato l’assalto a Capitol Hill da parte dei manifestanti trumpiani. La posizione della destra italiana è stata la più morbida rispetto a quella di tutte le destre di governo occidentali, incluse alcune frange del Partito Repubblicano americano. Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno genericamente condannato le violenze, senza però prendere le distanza da Donald Trump, che a lungo le ha preparate incitandola folla. “Mi auguro che le violenze cessino subito come chiesto dal Presidente Trump”, ha commentato la Meloni come se Trump avesse gettato acqua sul fuoco anziché benzina.

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Il secondo caso è stato l’arresto del dissidente russo Alexei Navalny fatto arrestare dal Cremlino al suo rientro a Mosca dopo essere sopravvissuto a un avvelenamento con l’agente nervino Novichok per mano di agenti dei servizi russi. Mentre le istituzioni europee e gran parte dei governi nazionali hanno condannato l’arresto chiedendo l’immediata liberazione e il rispetto dei diritti di Navalny, Meloni e Salvini non hanno aperto bocca. Quando nel 2017 Navalny venne fatto arrestare per aver organizzato una manifestazione contro la corruzione, Salvini dichiarò alla Stampa che era “esagerato creare novelli eroi” visto che si trattava della “ennesima montatura mediatica”: meglio la Russia “di questa Europa”, aggiunse. In più occasioni il leader della Lega ha detto chiaramente “vi lascio la Merkel, mi tengo Putin!”. Nonostante a parole Giancarlo Giorgetti dica di voler aprire un dialogo con la Cdu, da allora non è cambiato nulla: la destra italiana è ancora quella che preferisce Putin a Merkel e la Russia all’Ue. E questo nelle cancellerie internazionali la rende meno credibile di Conte.

 

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