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L’ultima offesa di Putin a Navalny

Micol Flammini

L’oppositore è stato arrestato appena arrivato a Mosca. Il presidente ha così dimostrato di temere il “paziente di Berlino”. Una giornata di attesa tra due aeroporti e l’appello ai sostenitori: “Non ho paura, non dovete averla neppure voi”

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Alexei Navalny è stato arrestato all’aeroporto di Sheremetyevo di Mosca. Era di ritorno con sua moglie Yulia, la portavoce Kira Jarmysh e il suo avvocato, dalla Germania dove si trovava da agosto dopo essere sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento. Quando ancora Navalny era in coma all’ospedale di Omsk, le autorità tedesche si erano offerte di curarlo e l’oppositore era stato trasportato alla clinica Charité di Berlino. 

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Alexei Navalny è stato arrestato all’aeroporto di Sheremetyevo di Mosca. Era di ritorno con sua moglie Yulia, la portavoce Kira Jarmysh e il suo avvocato, dalla Germania dove si trovava da agosto dopo essere sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento. Quando ancora Navalny era in coma all’ospedale di Omsk, le autorità tedesche si erano offerte di curarlo e l’oppositore era stato trasportato alla clinica Charité di Berlino. 

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E’ stato lui questa settimana ad annunciare il suo rientro con un video su Instagram, in cui aveva detto ai suoi sostenitori che era arrivato il momento di incontrarsi, di rivedersi. Il Cremlino aveva reagito con freddezza, il presidente russo Vladimir Putin, che continua a chiamarlo il paziente di Berlino e a non fare mai il suo nome, in varie occasioni ha detto di non temerlo, “chi ha bisogno di lui?”. Eppure la reazione della polizia e delle autorità sembra aver provato il contrario. 

 

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L’aereo di Navalny era atteso per le 19.20, ora di Mosca, all'aeroporto di Vnukovo. In un video postato prima di decollare, l’oppositore e sua moglie Yulia annunciavano: “Ragazzo, portaci la vodka, stiamo tornando in Russia”. Pochi minuti prima dell’arrivo l’aereo ha cambiato rotta, ha virato verso sud per poi dirigersi verso Sheremetyevo, altro aeroporto della capitale. A Vnukovo c’erano sostenitori e giornalisti ad attendere Navalny, alcuni giornalisti russi sono stati arrestati, poco dopo la polizia ha fermato alcuni suoi collaboratori come l'avvocato Lyubov Sobol e anche venti sostenitori, arrivati lì per fare come l’oppositore aveva detto nel video: per incontrarlo. 

 

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Quando si è diffusa la voce che il volo di Navalny sarebbe atterrato in un altro aeroporto, la strada da Vnukovo a Sheremetyevo è stata chiusa. L’aereo della compagnia Podeba, Vittoria, che da Berlino era diretto a Mosca, era però pieno di giornalisti che hanno documentato l’arrivo del volto più famoso dell’opposizione russa che, una volta atterrato, ha tenuto una conferenza stampa improvvisata in aeroporto con una foto delle mura del Cremlino alle spalle: sa bene come lanciare segnali, come infastidire il presidente che non lo nomina ma che oggi ha dato prova che per lui, Navalny è qualcosa di più del “paziente di Berlino”. Parlando con i giornalisti si è scusato con i passeggeri, ha detto che non aveva altra scelta che tornare, che non ha paura e si è diretto verso il controllo passaporti.

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E’ stato portato via senza troppe spiegazioni, alla polizia arrivata al controllo passaporti, Navalny ha detto che se si trattava di un arresto avrebbero dovuto lasciar passare con lui anche il suo avvocato, non gli è stato concesso. Qualche istante dopo il servizio penitenziario russo ha detto che Navalny era ricercato per aver violato i termini di una precedente condanna, dovrebbe restare in carcere fino al 29 gennaio quando un tribunale deciderà se tenerlo in prigione.

 

 

La detenzione di Navalny dopo il tentativo di avvelenamento da parte dei servizi segreti potrebbe suscitare una reazione internazionale molto forte. In questi mesi la posizione dell’oppositore è diventata molto più forte all'esterno e i primi a reagire sono stati il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che ha definito “inaccettabile” l’arresto dell’oppositore – “Chiedo alle autorità russe il rilascio immediato” –  e Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza Ue, che ha condannato l’arresto: “La politicizzazione della giustizia è inaccettabile”. Anche Jake Sullivan, futuro Consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha scritto su Twitter: "Gli attacchi del Cremlino a Navalny non sono solo una violazione dei diritti umani, ma un'affronto al popolo russo". 

 

 

La moglie di Navalny, Yulia, al suo fianco durante tutte le manifestazioni organizzate dal marito in Russia e rimasta con lui a Berlino in questi mesi, uscita dall’aeroporto è stata accolta da un applauso da alcuni sostenitori e giornalisti. Molti gridavano il suo nome, qualcuno le ha regalato un mazzo di fiori, “lui non ha paura e io nemmeno”, ha detto prima di salire in macchina. Nella diretta del canale Dozhd, trasmessa su YouTube, molti commentatori non smettevano di fare paragoni con la Bielorussia, dove da agosto continuano le proteste contro Aljaksandr Lukashenka, che hanno attirato l’attenzione internazionale.

 

Tra i parallelismi e le differenze, qualcuno ha azzardato: “E se Yulia fosse la nostra Tikhanovskaya?”. Svjatlana Tikanovskaya, leader dell’opposizione bielorussa, è la moglie del blogger Sergei Tikhanovskij, l’oppositore più forte di Lukashenka, quello che è riuscito a movimentare i giovani, a organizzare la protesta delle pantofole contro il dittatore. E’ stato arrestato poco prima del voto per impedirgli di candidarsi, Sviatlana ha deciso di prendere il suo posto.

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