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L'ultima fake: su Parler l'assalto al Campidoglio è stato organizzato da antifa e Blm

Il social in cui i Trump sono amatissimi fa da grancassa alla versione trumpiana dell'insurrezione: sono stati gli esponenti dei due movimenti sostenitori di Joe Biden

Greta Privitera

Con gli hashtag #falseflag e #falseflagoperation, che tradotto vuol dire operazione sotto falsa bandiera, gli utenti stanno diffondendo video in cui vorrebbero dimostrare l’innocenza degli estremisti trumpiani e dare la colpa a quelli che dovrebbero essere gli infiltrati della sinistra

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Si sono organizzati su Parler ed è lì che stanno cercando di cambiare la versione della storia. Tra i militanti trumpiani che hanno preso d’assalto il Campidoglio, ci sono anche gli estremisti dei Proud Boys, di Boogaloo e i complottisti di QAnon che hanno organizzato e guidato la protesta anche grazie al social network di estrema destra che dal 2018 dice di essere il Twitter della libertà di parola senza esclusione di colpi e che negli ultimi mesi sta avendo molto successo tra i sostenitori del presidente uscente.

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Si sono organizzati su Parler ed è lì che stanno cercando di cambiare la versione della storia. Tra i militanti trumpiani che hanno preso d’assalto il Campidoglio, ci sono anche gli estremisti dei Proud Boys, di Boogaloo e i complottisti di QAnon che hanno organizzato e guidato la protesta anche grazie al social network di estrema destra che dal 2018 dice di essere il Twitter della libertà di parola senza esclusione di colpi e che negli ultimi mesi sta avendo molto successo tra i sostenitori del presidente uscente.

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Attraverso alcuni account molto seguiti, tra cui Murder the media - scritta comparsa anche sulla porta di Capitol Hill durante l’aggressione - i militanti si sono scambiati le informazioni sulla polizia per evitare i posti di blocco, si sono organizzati per portare armi e attrezzi e scardinare le porte per entrare nelle sale del Congresso.


”Non molliamo! Non perdiamo il terreno che abbiamo guadagnato. Non rinunciamo a ciò che abbiamo", ha scritto uno dei ragazzi orgogliosi dei Proud Boys, e a suon di hashtag molto chiari come #revolution, #fightback, #firingsquad e #civilwar si incitavano ad andare avanti e continuare la guerriglia. Ma poche ore dopo l’assalto, su alcuni account di Parler e di altre piattaforme simili come MeWe e Gab, la storia è già stata rivista.


Si sta diffondendo sempre di più una fake news che riguarda Antifa e Black Lives Matter. Secondo alcuni utenti, a far scattare le proteste non sarebbero stati i sostenitori di Donald Trump che manifestavano pacificamente per le strade di Washington Dc, ma esponenti riottosi dei due movimenti sostenitori di Joe Biden.

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Con gli hashtag #falseflag e #falseflagoperaton, che tradotto vuol dire operazione sotto falsa bandiera, gli utenti stanno diffondendo video in cui vorrebbero dimostrare l’innocenza degli estremisti trumpiani e dare la colpa a quelli che dovrebbero essere gli infiltrati della sinistra. Gira persino una clip, chiaramente costruita ad arte, in cui un ragazzo di Antifa confesserebbe di essere l’artefice degli attacchi al Campidoglio.  


Per dare forza a queste tesi, su molti profili si sottolinea anche che tra i quattro morti c’è Ashli Babbit, veterana e sostenitrice di Donald Trump: la volevano fare fuori.
Twitter e gli altri social hanno cancellato il videomessaggio in cui The Donald non condannava gli attacchi e usava queste parole per placare gli animi dei suoi sostenitori: “Questo è ciò che succede quando una vittoria ampia e sacrosanta viene sottratta a patrioti trattati così male, e così ingiustamente, per così tanto tempo. Andate a casa, con amore e in pace. E ricordate questo giorno per sempre”. Intervento criticato da quasi tutti, repubblicani compresi. Su Parler, invece, quel messaggio non solo è stato riportato e condiviso migliaia di volte, ma ha favorito nuove teorie del complotto.


"Twitter ha appena censurato l'appello di Trump per la pace. Questo ci dice tutto ciò che dobbiamo sapere su chi sia VERAMENTE dietro l'escalation di violenza", ha scritto Avi Yemini, corrispondente di Rebel News.


Un utente ha risposto dicendo: "Nessun cambiamento senza spargimento di sangue!" Un altro ha detto che la violenza della folla a Washington era "inevitabile". "I legislatori statali non hanno ascoltato. I governi statali non hanno ascoltato. Il Congresso non ha ascoltato. I funzionari statali non hanno ascoltato. E i tribunali non hanno nemmeno cercato di ascoltarli”.
Su Parler, ci sono tutti i Trump. L’ultima ad arrivare è stata Ivanka. A novembre, la figlia del presidente uscente ha annunciato ai suoi 10 milioni di follower su Twitter di seguirla sulla piattaforma di estrema destra dove la famiglia è quasi è adorata. Prima di lei era arrivato il fratello Eric, la cognata Lara e la sorellastra Tiffany, che in pochi mesi ha raccolto quasi 270 mila follower.


Non c’è un account di The Donald, ma c’è quello del suo team. Si chiama, infatti, Team Trump e dice di essere il profilo ufficiale della sua Campagna elettorale. E su questo account, le parole pericolose del presidente continuano a girare indisturbate.

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