PUBBLICITÁ

Cinesi sulla luna

L’ambizione spaziale di Pechino è anche politica

Parte oggi Chang’e-5. E’ il primo Rover a riportare sulla Terra campioni lunari dopo decenni. Ricerca scientifica e propaganda

Giulia Pompili

Pechino ha riaperto ufficialmente una “corsa allo spazio” contemporanea con l’America. Che si arricchisce di un nuovo capitolo. Il lancio avverrà dalla base spaziale dell’isola di Hainan, la sonda sarà in esplorazione per un giorno lunare (quattordici giorni terrestri) e poi tornerà sulla terra con numerosi campioni lunari di un lato sconosciuto del nostro satellite

PUBBLICITÁ

Questa potrebbe essere la settimana che cambierà il rapporto con il nostro satellite più importante, la luna. Se tutto va secondo i piani, oggi dovrebbe partire la missione cinese Chang’e-5, parte di una serie di viaggi sulla luna che mirano, come esplicitato anche dalla China national Space administration (Cnsa), l’agenzia spaziale di Pechino, alla costruzione di una base permanente umana sulla luna entro il 2030: il primo passo per l’esplorazione umana di marte. Già nel gennaio dello scorso anno la Cina era riuscita a far atterrare il suo rover per la prima volta sulla superficie nascosta della luna, con un risultato straordinario per un’agenzia spaziale che non ha mai partecipato a progetti multilaterali come la Stazione spaziale internazionale ed è sempre stata sottovalutata, in qualche modo, dalla comunità internazionale. E invece, soprattutto dopo la missione lunare dell’anno scorso, Pechino ha riaperto ufficialmente una “corsa allo spazio” contemporanea con l’America. Che si arricchisce, domani, di un nuovo capitolo. Come di molte missioni cinesi, di  Chang’e-5 si sanno poche cose certe: il lancio avverrà dalla base spaziale dell’isola di Hainan, la sonda sarà in esplorazione per un giorno lunare (quattordici giorni terrestri) e poi tornerà sulla terra con numerosi campioni lunari di un lato sconosciuto del nostro satellite. La Cina sarà quindi il terzo paese al mondo, dopo l’America e la Russia, ad avere a disposizione materiale lunare da studiare. Ma è dal 1976, con la missione sovietica Luna 24, che i campioni lunari non vengono prelevati e riportati sulla terra e con la tecnologia di oggi gli scienziati si aspettano molto: “E’ una missione molto ambiziosa”, ha detto al New York Times David S. Draper, vicecapo degli scienziati della Nasa. 
L’ostinazione cinese sui progetti spaziali ha due direttrici. Da un lato c’è l’aspetto scientifico e tecnologico, essenziale per un paese che ha bisogno di nuove scoperte (per esempio di materiali, di terre rare). Dall’altro c’è la propaganda e il ruolo di influenza strategica globale. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Questa potrebbe essere la settimana che cambierà il rapporto con il nostro satellite più importante, la luna. Se tutto va secondo i piani, oggi dovrebbe partire la missione cinese Chang’e-5, parte di una serie di viaggi sulla luna che mirano, come esplicitato anche dalla China national Space administration (Cnsa), l’agenzia spaziale di Pechino, alla costruzione di una base permanente umana sulla luna entro il 2030: il primo passo per l’esplorazione umana di marte. Già nel gennaio dello scorso anno la Cina era riuscita a far atterrare il suo rover per la prima volta sulla superficie nascosta della luna, con un risultato straordinario per un’agenzia spaziale che non ha mai partecipato a progetti multilaterali come la Stazione spaziale internazionale ed è sempre stata sottovalutata, in qualche modo, dalla comunità internazionale. E invece, soprattutto dopo la missione lunare dell’anno scorso, Pechino ha riaperto ufficialmente una “corsa allo spazio” contemporanea con l’America. Che si arricchisce, domani, di un nuovo capitolo. Come di molte missioni cinesi, di  Chang’e-5 si sanno poche cose certe: il lancio avverrà dalla base spaziale dell’isola di Hainan, la sonda sarà in esplorazione per un giorno lunare (quattordici giorni terrestri) e poi tornerà sulla terra con numerosi campioni lunari di un lato sconosciuto del nostro satellite. La Cina sarà quindi il terzo paese al mondo, dopo l’America e la Russia, ad avere a disposizione materiale lunare da studiare. Ma è dal 1976, con la missione sovietica Luna 24, che i campioni lunari non vengono prelevati e riportati sulla terra e con la tecnologia di oggi gli scienziati si aspettano molto: “E’ una missione molto ambiziosa”, ha detto al New York Times David S. Draper, vicecapo degli scienziati della Nasa. 
L’ostinazione cinese sui progetti spaziali ha due direttrici. Da un lato c’è l’aspetto scientifico e tecnologico, essenziale per un paese che ha bisogno di nuove scoperte (per esempio di materiali, di terre rare). Dall’altro c’è la propaganda e il ruolo di influenza strategica globale. 

PUBBLICITÁ


L’ultima volta che un essere umano ha messo piede sulla luna era il 1972, durante la missione-record della Nasa, l’Apollo 17,  che tenne tre astronauti per tre giorni sul satellite terrestre a fare esperimenti e raccogliere campioni. Dopo quella missione, la quinta che portava l’essere umano sulla luna, il governo americano sospese gli ulteriori, costosissimi viaggi, e per trent’anni le missioni lunari sono state messe da parte, gli sforzi di budget della Nasa indirizzati su altri progetti.  Anche oggi la Nasa deve darsi un gran da fare nella comunicazione per spiegare ai contribuenti perché così tanti dei loro soldi vengono usati per l’esplorazione spaziale e non, per esempio, per contenere una pandemia. Non sono problemi del governo di Pechino, che anzi, grazie alle ultime sorprendenti missioni in campo aerospaziale è riuscita a far coincidere l’emozione scientifica con l’orgoglio nazionale: il sistema satellitare di posizionamento cinese è in orbita e attivo da qualche mese, a luglio partirà la missione marziana Tianwen-1, la Stazione spaziale permanente cinese in orbita bassa è già quasi completa. 

 

E la missione più ampia, quella che nel Sogno cinese permetterà la vita sulla luna, somiglia al film “Ad Astra”, lungometraggio dell’anno scorso diretto da James Gray e con Brad Pitt che cerca suo padre sparito nello spazio profondo. Ecco, Pechino sa che niente aumenta l’interesse e la vocazione alla scienza quanto la fantascienza. E che spesso le idee che vengono da libri, film e videogame sono sufficientemente visionarie da rompere record e tabù. Da anni la letteratura sci-fi cinese è diventata di culto a livello internazionale, e per capire quanto la promozione di questa unione d’intenti tra innovazione scientifica e finzione scientifica basti pensare all’enorme area industriale di Shougang, vicino Pechino, che sta per diventare la prima “sci-fi city” al mondo. Il presidente Xi Jinping punta tutto sui suoi scienziati visionari. 

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ