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La vittoria di Joe Biden inizia a farsi chiara. Ma siamo ancora molto lontani dalla fine

Luciana Grosso

Difficilmente a questo punto può succedere qualcosa che confermi Donald Trump alla Casa Bianca. Ma ha preso molti più voti del previsto, dimostrando che il trumpismo non è solo un inciampo della storia

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È  il giorno dopo, siamo ancora qui, ognuno a fare il suo: gli uffici elettorali di Arizona, Nevada, Georgia, North Carolina (e Alaska, ma lì il risultato è scontato per Trump), a contare;  noi altri ad aspettare e ad aggiornare la pagina di CNN per sapere se questa storia è finita. E la risposta, lo anticipiamo subito, è no.

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È  il giorno dopo, siamo ancora qui, ognuno a fare il suo: gli uffici elettorali di Arizona, Nevada, Georgia, North Carolina (e Alaska, ma lì il risultato è scontato per Trump), a contare;  noi altri ad aspettare e ad aggiornare la pagina di CNN per sapere se questa storia è finita. E la risposta, lo anticipiamo subito, è no.

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Siamo molto lontani dalla fine, anche se ormai la vittoria di Joe Biden inizia a farsi chiara, anche se meno netta e ‘a valanga del previsto. Non tanto perché sarà sul filo di lana, anzi probabilmente non lo sarà e Biden vincerà ampiamente anche l’electoral college, portando a casa tutti gli stati in bilico, quanto per il fatto che Trump, dopo i suoi "quattro anni indecenti" ha preso molti più voti del previsto e del prevedibile (di)mostrando - alle anime belle che lo speravano - che il trumpismo non è solo un inciampo della storia ma una pietra miliare e un’ideologia con cui fare, da qui in poi, i conti.

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Quel che non si intravede ancora è la chiusura del conteggio negli stati che mancano, siano in bilico o meno. Le ragioni sono varie, ma difficilmente a questo punto, può succedere qualcosa che confermi Donald Trump alla Casa Bianca

  

  

Alaska

Degli stati che mancano l’Alaska è quella meno in bilico di tutti. La storia dello stato è repubblicana e i sondaggi danno ampiamente vincente Donald Trump. Dunque la si potrebbe chiamare fin da ora. La ragione per cui non si fa è che quest’anno il voto per posta è stato più diffuso del previsto (circa metà del totale) e che, per le leggi dello stato, i voti per posta non possono nemmeno iniziare a essere contati prima del 10 novembre. Vincerà Trump, ma lo sapremo tra 5 giorni.

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Nevada

In questo momento, nello stato,  il vantaggio di Joe Biden è di 0,3 punti, il che significa 8000 voti. Un respiro. E per giunta, sempre in Nevada, il conteggio è fermo da ore. E non solo perché è notte e anche gli americani dormono, ma anche perché  il sistema elettorale dello stato prevede che i voti postali siano validi se spediti entro il 3 novembre e ricevuti entro il 10 novembre. Il che significa che potrebbero volerci giorni per sapere i risultati e che, nonostante, ora (con lo scrutinio all’86%),  il vantaggio di Biden sia risicatissimo, potrebbe ampliarsi nelle prossime ore, sia perché i voti inviati via posta sono tendenzialmente democratici, sia perché il grosso di quel che manca, manca dalla Contea di Cook, che è quella democratica di Las Vegas.
 

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Arizona

Qui il vantaggio di Biden appare più ampio che in Nevada, parliamo di circa 3 punti percentuali e 100mila voti. Un distacco talmente grande che- in teoria- dovrebbe far assegnare l'Arizona a cuor leggero. Ma così non è, perché il vantaggio di Biden è accompagnato da un certo ritardo nello scrutinio (siamo all’ 86%) e dal fatto che la maggior parte delle schede che devono ancora essere scrutinate arriveranno da tre contee democratiche e da una (quella di Yuma) repubblicana. Dunque si aspetta. Fino all’ultimo voto.

   

Georgia

Lo stato della Georgia è stata il vero rollercoaster di queste elezioni: data in bilico dai sondaggi, ha aperto nella notte di ormai due giorni fa con un grande vantaggio di Biden, poi presto recuperato da Trump che lo ha mantenuto nel corso delle ore. E allora perchè non viene chiamata per Trump e buonanotte? Perché nonostante Trump sia avanti, la differenza è di 0,6%, 23 mila voti. E i voti che mancano, per lo più dovranno arrivare dai sobborghi di Atlanta e Augusta, le due città più grandi e democratiche  della stato.

 

North Carolina

Qui vale un discorso simile a quello fatto per la Georgia: Lo scrutinio è a più del 90% e Trump è in vantaggio da ore, e lo è pure di molto (circa 80 mila voti) ma nessuno chiama lo stato. Perché? Perché per come funzionano le cose in North Carolina, le schede inviate per posta, e dunque tendenzialmente democratiche, hanno tempo di arrivare fino al 12 novembre.
  

Pennsylvania

La Pennsylvania, si sa da giorni, è lo stato chiave di queste elezioni, anche se a questo punto, per come si sono messe le cose, Biden può farne a meno. La ragione per cui, nonostante il vantaggio di Trump nello stato sia ampio e duri da ore, lo stato non viene chiamato e, anzi, si pensa che fino alla fine, a vincere la Pennsylvania, sarà Joe Biden: è sempre la solita. Mancano i voti delle contee più popolate e più democratiche dello stato (Philadelphia su tutti) e le schede per posta (che sono moltissime, visto che si calcola che circa la metà degli elettori della Pennsylvania abbia votato così) hanno tempo di arrivare fino al 6 novembre.

 

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