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Terrorismo senza gruppi terroristi

Daniele Raineri

I tre attacchi in Francia dicono che il fanatismo diffuso rimpiazza l'Isis. L'attentatore tunisino ha passato quindici giorni in Sicilia prima di entrare in Francia 

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Lo Stato islamico non rivendica l’attacco nella basilica di Nizza, dove giovedì un estremista  ha decapitato una donna di settant’anni e ha ucciso altre due persone prima di essere ferito dalla polizia. Il gruppo terrorista ha pubblicato ieri mattina il  bollettino settimanale e in un commento lungo una pagina intera non si intesta le uccisioni ma sostiene che sono meglio dei boicottaggi e delle proteste, perché “la violenza  spaventa  gli infedeli”. Di fatto vede l’ondata di proteste nel mondo musulmano che da giorni va avanti contro la Francia e contro il presidente Emmanuel Macron, sponsorizzata anche da leader politici come il presidente turco Erdogan, come inefficace rispetto agli attentati. Sui forum e sui canali dei gruppi terroristi c’è molta propaganda d’odio contro i francesi, ma anche fuori, nelle piazze di alcuni paesi musulmani, è lo stesso. E’ raro vedere un’affinità così naturale tra quello che circola nei gruppi jihadisti e le manifestazioni pubbliche – che ieri sono andate avanti incuranti dell’attentato del giorno prima a Nizza, soprattutto in Pakistan e in Bangladesh.

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Lo Stato islamico non rivendica l’attacco nella basilica di Nizza, dove giovedì un estremista  ha decapitato una donna di settant’anni e ha ucciso altre due persone prima di essere ferito dalla polizia. Il gruppo terrorista ha pubblicato ieri mattina il  bollettino settimanale e in un commento lungo una pagina intera non si intesta le uccisioni ma sostiene che sono meglio dei boicottaggi e delle proteste, perché “la violenza  spaventa  gli infedeli”. Di fatto vede l’ondata di proteste nel mondo musulmano che da giorni va avanti contro la Francia e contro il presidente Emmanuel Macron, sponsorizzata anche da leader politici come il presidente turco Erdogan, come inefficace rispetto agli attentati. Sui forum e sui canali dei gruppi terroristi c’è molta propaganda d’odio contro i francesi, ma anche fuori, nelle piazze di alcuni paesi musulmani, è lo stesso. E’ raro vedere un’affinità così naturale tra quello che circola nei gruppi jihadisti e le manifestazioni pubbliche – che ieri sono andate avanti incuranti dell’attentato del giorno prima a Nizza, soprattutto in Pakistan e in Bangladesh.

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Il famoso campione russo di arti marziali Khabib Nurmagomedov ha postato su Instagram l’immagine del volto di Macron con una suola stilizzata e sovraimposta, come a dire “ti calpesto”. E’ una cosa che i  canali dei gruppi jihadisti fanno da anni per deridere i nemici uccisi. Il campione russo non è terrorista, ma la propaganda d’odio contro la Francia è un calderone dove tutto si fonde e si mescola.

 

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Il ventunenne attentatore tunisino arrivato in territorio francese da appena due giorni e senza appoggi locali – ha dormito sui gradini della basilica – per ora non risulta affiliato a un gruppo, ma di sicuro era in contatto con qualcuno che gli dava consigli e lo incitava. Ha passato quindici giorni assieme con conoscenti in Sicilia e la procura di Palermo indaga. Molti testimoni dicono di avere visto il giovane telefonare spesso (aveva due telefonini) durante il viaggio.

 

Wassim Nasr, giornalista francese esperto di terrorismo, dice al Foglio che “la questione delle vignette di Charlie Habdo fa emergere il problema del fanatismo  diffuso, che non è legato a gruppi e organizzazioni. Queste persone agiscono per motivi religiosi,  le vignette li mobilitano. E sono molti di più dei jihadisti come li intendiamo”.

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