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Le dimissioni di Pierre Person

L'annuncio con un'intervista al Monde

Mauro Zanon

Il vicepresidente di Lrem ha lasciato il suo incarico. Ha detto di voler "creare un elettrochoc" perché il partito del presidente non produce più idee, ma sulla sua decisione rumorosa potrebbe pesare la "destrizzazione" dell'ecosistema macronista

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Parigi. Nel 2015, Pierre Person è stato uno degli ideatori dei Jam (Jeunes avec Macron), il collettivo di ex militanti del Partito socialista (Ps) sedotti dall’intraprendenza e dalle politiche liberali dell’allora ministro dell’Economia Emmanuel Macron. Nel febbraio 2016, i Jam sono diventati il movimento giovanile ufficiale della République en marche, e nel maggio 2017, Pierre, Sacha, Florian e Jean, i ragazzi che si ritrovavano alla brasserie L’Usine de Charonne attorno a una birra sognando di rappresentare il macronismo all’Assemblea nazionale, sono stati tutti premiati. Ma oggi quel vento di novità che li aveva spinti a rimettersi in gioco dopo le delusioni incassate all’interno del Ps, non soffia più secondo Pierre Person, che questa mattina, con un’intervista molto dura rilasciata al Monde, ha annunciato le sue dimissioni da vice presidente di Lrem. “Nel 2018, quando ci sono state le elezioni per la direzione del movimento, in piena crisi dei ‘gilet gialli’, avevo fatto la scelta dell’unità, ritirando la mia candidatura dinanzi a Stanislas Guerini (attuale presidente di Lrem, ndr). Da allora, ho lavorato nell’interesse del nostro movimento. Ma mi sono scontrato con un’organizzazione troppo ripiegata su se stessa e che non tiene sufficientemente in considerazione i suoi ‘marcheurs’, i suoi rappresentanti locali e i suoi parlamentari”, ha dichiarato al Monde Person, prima di aggiungere: “Oggi, per dare un nuovo impulso, scelgo di abbandonare le mie funzioni alla direzione di Lrem, lasciando il posto di vice presidente e rinunciando a far parte del comitato esecutivo. Torno a essere un militante fra i militanti e resto naturalmente membro del gruppo parlamentare”. Person, che decide dunque di mantenere il suo posto da deputato, spera di “creare un elettrochoc” con questo annuncio, perché da tre anni a questa parte Lrem si è accontentata di essere una macchina elettorale per fare eleggere Macron.

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Parigi. Nel 2015, Pierre Person è stato uno degli ideatori dei Jam (Jeunes avec Macron), il collettivo di ex militanti del Partito socialista (Ps) sedotti dall’intraprendenza e dalle politiche liberali dell’allora ministro dell’Economia Emmanuel Macron. Nel febbraio 2016, i Jam sono diventati il movimento giovanile ufficiale della République en marche, e nel maggio 2017, Pierre, Sacha, Florian e Jean, i ragazzi che si ritrovavano alla brasserie L’Usine de Charonne attorno a una birra sognando di rappresentare il macronismo all’Assemblea nazionale, sono stati tutti premiati. Ma oggi quel vento di novità che li aveva spinti a rimettersi in gioco dopo le delusioni incassate all’interno del Ps, non soffia più secondo Pierre Person, che questa mattina, con un’intervista molto dura rilasciata al Monde, ha annunciato le sue dimissioni da vice presidente di Lrem. “Nel 2018, quando ci sono state le elezioni per la direzione del movimento, in piena crisi dei ‘gilet gialli’, avevo fatto la scelta dell’unità, ritirando la mia candidatura dinanzi a Stanislas Guerini (attuale presidente di Lrem, ndr). Da allora, ho lavorato nell’interesse del nostro movimento. Ma mi sono scontrato con un’organizzazione troppo ripiegata su se stessa e che non tiene sufficientemente in considerazione i suoi ‘marcheurs’, i suoi rappresentanti locali e i suoi parlamentari”, ha dichiarato al Monde Person, prima di aggiungere: “Oggi, per dare un nuovo impulso, scelgo di abbandonare le mie funzioni alla direzione di Lrem, lasciando il posto di vice presidente e rinunciando a far parte del comitato esecutivo. Torno a essere un militante fra i militanti e resto naturalmente membro del gruppo parlamentare”. Person, che decide dunque di mantenere il suo posto da deputato, spera di “creare un elettrochoc” con questo annuncio, perché da tre anni a questa parte Lrem si è accontentata di essere una macchina elettorale per fare eleggere Macron.

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“Il movimento è rimasto nella sua logica del 2017, che era quella di sostenere il progetto presidenziale. Ma non produce più idee nuove. Il lavoro in questo ambito è insufficiente”, afferma l’ex numero due di Lrem, braccio destro dell’ex ministro dell’Interno Christophe Castaner, oggi capogruppo dei deputati macronisti all’Assemblea nazionale. Non lo dice in maniera chiara e netta, ma una delle ragioni di queste dimissioni rumorose e assolutamente inaspettate è la “destrizzazione” dell’ecosistema macronista. “La promessa originale era quella di superare i clivage, non di cancellare le nostre differenze. In questo senso, la nostra unità non deve ridursi a un’unanimità o a una sintesi molle”. Person assicura che non si tratta di un “capriccio personale”, che il suo gesto plateale è finalizzato a “suscitare una nuova dinamica”, perché “il presidente ha bisogno di un partito forte nel 2022”.

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A marzo, un articolo molto informato dell’Opinion già raccontava l’incomunicabilità e la divergenza di vedute tra il numero uno e il numero due di Lrem, Stanislas Guerini e Pierre Person. La mancanza di unità e di una strategia chiara è emersa in maniera spietata durante le ultime elezioni municipali, un bagno di sangue per Lrem, con tanto di scandalo sessuale. Ieri, in occasione delle legislative parziali, oltre all’astensione di massa, è il risultato catastrofico della macronia ad aver fatto notizia (nessun candidato di Lrem si è qualificato per il secondo turno. Dalla tribuna del Monde, Person ha lanciato un appello affinché anche gli altri membri della direzione si dimettano. “Invito tutti quelli che vogliono costruire i successi di domani a lasciare le loro funzioni al vertice del partito per scrivere una nuova pagina”, ha detto Person. Ma i suoi detrattori dicono che si è dimesso soltanto perché vuole diventare il numero uno. 

 

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