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La maggioranza giallorossa si spacca sul caso Navalny. E il M5s inguaia Conte

David Carretta

All'Europarlamento il M5s si dissocia dal Pd e si astiene sulla richiesta di un'inchiesta internazionale su Navalny e sul rafforzamento delle sanzioni a Mosca. Cosa dirà il premier alla Merkel? 

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L'Italia si trova senza una linea sulla Russia, dopo che le due principali forze della maggioranza del governo Conte hanno votato in modo diverso al Parlamento europeo su una risoluzione per condannare “fermamente” l'avvelenamento di Alexey Navalny e chiedere nuove sanzioni alla Russia. Gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle hanno scelto di astenersi su un testo che chiede un'inchiesta internazionale immediata sul caso Navalny e le presunte violazioni degli obblighi internazionali della Russia sulle armi chimiche, ma anche un rafforzamento del regime sanzionatorio nei confronti di Mosca. La risoluzione – adottata con 532 “sì”, 84 “no” e 72 astenuti – sembrava in sostanziale sintonia con la posizione espressa dal premier Giuseppe Conte in un'intervista al Foglio la scorsa settimana (“Su Navalny, l'Italia è con Merkel: il mondo aspetta spiegazioni dalla Russia”). E inevece ha ottenuto il voto positivo del Partito democratico e Forza Italia, ma non del M5s. Gli eurodeputati di Fratelli d'Italia si sono astenuti, mentre la delegazione della Lega ha votato compatta contro.

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L'Italia si trova senza una linea sulla Russia, dopo che le due principali forze della maggioranza del governo Conte hanno votato in modo diverso al Parlamento europeo su una risoluzione per condannare “fermamente” l'avvelenamento di Alexey Navalny e chiedere nuove sanzioni alla Russia. Gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle hanno scelto di astenersi su un testo che chiede un'inchiesta internazionale immediata sul caso Navalny e le presunte violazioni degli obblighi internazionali della Russia sulle armi chimiche, ma anche un rafforzamento del regime sanzionatorio nei confronti di Mosca. La risoluzione – adottata con 532 “sì”, 84 “no” e 72 astenuti – sembrava in sostanziale sintonia con la posizione espressa dal premier Giuseppe Conte in un'intervista al Foglio la scorsa settimana (“Su Navalny, l'Italia è con Merkel: il mondo aspetta spiegazioni dalla Russia”). E inevece ha ottenuto il voto positivo del Partito democratico e Forza Italia, ma non del M5s. Gli eurodeputati di Fratelli d'Italia si sono astenuti, mentre la delegazione della Lega ha votato compatta contro.

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Il testo finale esige la piena cooperazione delle autorità russe all'inchiesta internazionale e fare in modo che i responsabili siano portati davanti alla giustizia. Il Parlamento europeo vuole che gli Stati membri si mettano rapidamente in moto per adottare misure restrittive dell'Ue nei confronti della Russia e per rafforzare quelle già in vigore. Inoltre gli eurodeputati spingono per un “Magnitsky act” all'europea per colpire i responsabili di violazioni dei diritti umani. Secondo l'Europarlamento, l'avvelenamento di Navalny “fa parte di un'operazione sistematica volta a mettere a tacere le voci dissidenti in Russia e a influenzare le elezioni locali e regionali”. Ma "il caso Navalny è solo un anello della politica più ampia della Russia, che include una politica interna oppressiva e un'azione aggressiva nel mondo".

 

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Nello spiegare la sua astensione, il M5s mette di fatto in discussione le prove dell'avvelenamento rese pubbliche personalmente da Angela Merkel (e confermate dai laboratori di Francia e Svezia) e le dure prese di posizioni assunte da Berlino da gran parte degli Stati membri dell'Ue. “Condividiamo sicuramente l'istituzione di una commissione d'indagine internazionale e indipendente che sia approfondita e trasparente”, spiegano al Foglio fonti del M5s. “Ma leggendo bene” il testo della risoluzione “abbiamo ravvisato toni troppo forti e accuse generiche ancora non suffragate dai fatti che possono minare proprio l'istituzione della stessa”. Secondo il M5s, “per fare l'inchiesta bisogna collaborare con le autorità russe e questa risoluzione rischia di non portarci in questa direzione”.

 

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, sembra aver tentato un'operazione diversiva, appena l'Ansa ha battuto la notizia dell'astensione del M5s. “A Bruxelles, la Lega si è astenuta sulla condanna a un dittatore. Che schifo”, ha scritto Zingaretti in un tweet, riferendosi a una risoluzione sulla Bielorussia. Almeno su Alexander Lukashenko e le sanzioni contro il suo regime, Pd e M5s hanno votato allo stesso modo. Ma il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rischia di ritrovarsi in imbarazzo al Vertice europeo del 24 e 25 settembre, quando i leader dell'Ue discuteranno della reazione all'avvelenamento di Navalny. Quale sarà la posizione dell'Italia, quando Merkel chiederà all'Ue una risposta unita alla mancanza di cooperazione della Russia? E cosa dirà il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, al Consiglio Affari Esteri di lunedì 21 settembre che deve discutere di un'accelerazione sull'adozione di un “Magnitsky act” europeo? I tatticismi e gli equilibrismi non sono solo imbarazzanti. Diventano anche controproducenti quando l'Ue si lancia una politica estera seria.

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