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Basta con l'impunità

Insistere sul "crimine" contro Navalny

Mike Pompeo usa toni più duri contro la Russia (più duri di Trump almeno). Merkel è determinata a non alleggerire la pressione sul Cremlino

Paola Peduzzi

C'è una "possibilità consistente" che siano stati funzionari russi ad avvelenare il primo oppositore di Vladimir Putin. Mosca dice che è tutta "isteria" russofoba attorno al "paziente di Berlino", ma Berlino fa sul serio. Ha scoperto l'utilizzo di una variante del Novichok mai utilizzata prima che agisce più lentamente ed è disposta ad andare fino in fondo, anche a costo di rimetterci il suo interesse nazionale: Nord Stream 2

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Milano. Mike Pompeo, segretario di stato americano, ha detto che c’è una “possibilità consistente” che l’avvelenamento di Alexei Navalny sia stato organizzato da funzionari russi. Il tentativo di uccidere gli oppositori politici mette “un marchio nero” su un paese, “non è così che i paesi normali operano”, ha detto Pompeo, che in un comunicato congiunto del G7 ha chiesto trasparenza da parte della Russia. “Faremo la nostra parte per fare tutto quel che è necessario per ridurre il rischio che questi episodi si ripetano”, ha detto il segretario di stato, offrendo collaborazione all’Unione europea. Pompeo non attacca direttamente il Cremlino ma si distacca anche da quel che aveva detto il suo capo, Donald Trump, fermo sulla posizione: non ci sono ancora prove di quel che è accaduto a Navalny.

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Milano. Mike Pompeo, segretario di stato americano, ha detto che c’è una “possibilità consistente” che l’avvelenamento di Alexei Navalny sia stato organizzato da funzionari russi. Il tentativo di uccidere gli oppositori politici mette “un marchio nero” su un paese, “non è così che i paesi normali operano”, ha detto Pompeo, che in un comunicato congiunto del G7 ha chiesto trasparenza da parte della Russia. “Faremo la nostra parte per fare tutto quel che è necessario per ridurre il rischio che questi episodi si ripetano”, ha detto il segretario di stato, offrendo collaborazione all’Unione europea. Pompeo non attacca direttamente il Cremlino ma si distacca anche da quel che aveva detto il suo capo, Donald Trump, fermo sulla posizione: non ci sono ancora prove di quel che è accaduto a Navalny.

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Con tutta probabilità anche le parole di Pompeo finiranno in quella che il Cremlino definisce “isteria” nei confronti della Russia – quel Cremlino che non chiama per nome il principale oppositore del paese trasferito dalla Russia alla Germania per essere curato (salvato) e per appurare che cosa avesse causato “il malore” (crisi ipoglicemica, secondo i russi) ma lo definisce soltanto “il paziente di Berlino” o “il malato di Berlino”. Le prove ci sono eccome. La Zeit tedesca ha pubblicato un articolo dal titolo “Vergiftet”, avvelenato, in cui spiega: “Il governo tedesco non ha dubbi su chi ci sia dietro l’attentato: i servizi segreti russi su mandato del Cremlino. Secondo l’Istituto di farmacologia e tossicologia dell’Esercito tedesco, Navalny è stato avvelenato con una nuova variante di Novichok mai vista prima di questo attentato, ma che è considerata più letale di tutti i derivati finora conosciuti della famiglia Novichok. Gli scienziati hanno trovato tracce di questo agente sulle mani di Navalny e sul collo della bottiglia d’acqua da cui lui aveva bevuto”. Secondo la Zeit, questa variante di Novichok – che è un agente nervino di produzione militare – agisce più lentamente: “I tedeschi sospettano che uno degli agenti dei servizi interni, l’Fsb, che seguiva Navalny, o un agente dell'intelligence appositamente mandato, abbia messo il veleno nel tè o lo abbia usato per rivestire la superficie della tazza. Secondo il piano, Navalny avrebbe dovuto morire a bordo dell’aereo”. L’atterraggio di emergenza rapidissimo e l’atropina utilizzata dai medici a Omsk hanno salvato Navalny – come nell’uccisione di Jamal Khashoggi è stato il fattore umano, là la fidanzata del giornalista ucciso nell’ambasciata saudita a Istanbul, qui il pilota e l’istinto di un medico che usa il farmaco anti avvelenamento, a  scombinare i piani degli attentatori.

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Il governo tedesco ha questi esami e queste convinzioni e la cancelliera Angela Merkel ha parlato di “crimine” e di “avvelenamento” senza alcuna esitazione, chiedendo risposte da parte della Russia. Secondo il Cremlino, la Merkel è il primo veicolo oggi della cosiddetta “isteria” nei confronti di Mosca, ma la cancelliera sta costruendo un consenso sulle eventuali sanzioni e soprattutto sta pensando di violare un altro tabù storico – dopo quello sul Recovery fund – mettendo fine al progetto del gasdotto Nord Stream 2. Questa ipotesi in Germania sta creando molto clamore e molti dissidi nei partiti – l’Spd è accondiscendente con la Russia – oltre che questioni economiche rilevanti, per l’approvvigionamento energetico e per le ripercussioni anche in altri settori di una decisione tanto radicale.

 

 

La decisione della Merkel di mettere in discussione il progetto più rilevante con la Russia rivela molto della volontà della cancelliera: insistere, non lasciare impunito un crimine tanto grave, anche a costo di sacrificare un interesse nazionale. Nell’estate del 2018, poche settimane prima che Donald Trump incontrasse a Helsinki Vladimir Putin – quell’incontro ha segnato una svolta importante nelle relazioni internazionali: con il suo atteggiamento succube e remissivo, Trump fece per la prima volta capire agli alleati europei che non potevano dare per certo l’aiuto dell’America in un eventuale conflitto con la Russia – ci fu un bilaterale tedesco-americano. Trump disse alla Merkel che la Germania era “totalmente controllata dalla Russia” e che questa era “una cosa brutta” per la Nato. Pochi giorni dopo, i due si rividero a Bruxelles proprio al vertice della Nato, e mentre Trump chiedeva come fa sempre i contributi all’Alleanza faceva anche trasparire in modo più o meno esplicito il fatto che l’anello debole, con la Russia, era la Germania, non lui. Ripeteva di guardare agli interessi tedeschi nel gas e di smetterla con l’ossessione dei rapporti pericolosi tra lui e Putin.

 

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Da allora i rapporti fra Trump e la Germania non sono migliorati, anzi forse sono peggiorati vista la decisione americana di smobilitare truppe della Nato dal territorio tedesco, ma nel frattempo è cambiata la Merkel che ha fatto come aveva detto: rimbocchiamoci le maniche e non diamo per scontato l’aiuto americano, perché con Trump non ci sarà. Ecco perché l’ipotesi di sospendere Nord Stream 2 è il sintomo di un cambiamento importante: non soltanto nelle relazioni tedesco-russe che sono storicamente equilibrate (la Zeit chiedeva sempre in quell’articolo: ora crolla tutto?) ma anche e soprattutto nel rapporto con l’America. Trump non ha voluto esprimersi su Navalny: è lo stesso metodo adottato con i sauditi nel caso Khashoggi: vediamo come va, non mi sbilancio, tanto poi nessuno fa niente. Ma questa volta la battaglia se l’è intestata la Merkel, che dice ai suoi alleati: bisogna insistere, non bisogna far scendere la pressione. Si comincia ripetendo forte il nome del “paziente di Berlino”, Navalny, e della prova dell’attentato, Novichok, senza isteria.

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