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La Nato tra Russia e Turchia

David Carretta

Dura condanna dell’attacco a Navalny da parte dell’Alleanza, ma sarà l’Ue a decidere la reazione. Obiettivo primario di Stoltenberg è evitare un conflitto tra Atene e Ankara

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Bruxelles. La Nato condanna nel modo più duro possibile l'avvelenamento di Alexei Navalny con un agente nervino del gruppo Novichok perché costituisce una “grave violazione del diritto internazionale”, ma sembra volere lasciare all'Unione Europea la responsabilità di adottare delle sanzioni contro la Russia. Questo non è solo un attacco contro un individuo, è una “grave violazione del diritto internazionale che richiede una risposta internazionale”, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenber, dopo una riunione del Consiglio Atlantico: “L'uso di armi chimiche, di un agente nervino, è una violazione del diritto internazionale e questo conta per la Nato perché mina le regole e le norme su cui si fonda la convivenza pacifica”. Tuttavia Stoltenberg non ha evocato la possibilità di sanzioni, come quelle che erano state adottate dopo l'attacco al Novichok contro Sergei Skripal e la figlia Yulia in una città del Regno Unito nel 2018. All'epoca la Nato espulse una decina di diplomatici russi, riducendo la missione della Federazione russa presso l'Alleanza atlantica da 30 a 20 unità. “Ci sono paralleli. E' stato usato di nuovo un agente nervino chimico dello stesso gruppo dell'agente nervino Novichok che era stato usato a Salisbury. Allo stesso tempo ci sono delle differenze” rispetto al caso Skripal, ha spiegato Stolntenberg: Navalny è “un cittadino russo attaccato in Russia. Gli alleati si stanno consultando, continueremo a farlo, lo facciamo anche con altre organizzazioni internazionali. Questa è una palese violazione del diritto internazionale e dunque richiede una risposta internazionale. Ma non voglio fare congetture su che tipo di risposta”, ha concluso Stoltneberg.

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Bruxelles. La Nato condanna nel modo più duro possibile l'avvelenamento di Alexei Navalny con un agente nervino del gruppo Novichok perché costituisce una “grave violazione del diritto internazionale”, ma sembra volere lasciare all'Unione Europea la responsabilità di adottare delle sanzioni contro la Russia. Questo non è solo un attacco contro un individuo, è una “grave violazione del diritto internazionale che richiede una risposta internazionale”, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenber, dopo una riunione del Consiglio Atlantico: “L'uso di armi chimiche, di un agente nervino, è una violazione del diritto internazionale e questo conta per la Nato perché mina le regole e le norme su cui si fonda la convivenza pacifica”. Tuttavia Stoltenberg non ha evocato la possibilità di sanzioni, come quelle che erano state adottate dopo l'attacco al Novichok contro Sergei Skripal e la figlia Yulia in una città del Regno Unito nel 2018. All'epoca la Nato espulse una decina di diplomatici russi, riducendo la missione della Federazione russa presso l'Alleanza atlantica da 30 a 20 unità. “Ci sono paralleli. E' stato usato di nuovo un agente nervino chimico dello stesso gruppo dell'agente nervino Novichok che era stato usato a Salisbury. Allo stesso tempo ci sono delle differenze” rispetto al caso Skripal, ha spiegato Stolntenberg: Navalny è “un cittadino russo attaccato in Russia. Gli alleati si stanno consultando, continueremo a farlo, lo facciamo anche con altre organizzazioni internazionali. Questa è una palese violazione del diritto internazionale e dunque richiede una risposta internazionale. Ma non voglio fare congetture su che tipo di risposta”, ha concluso Stoltneberg.

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Il passo di lato della Nato, lascia all'Ue il compito di guidare il processo che potrebbe portare a nuove sanzioni contro la Russia. L'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ieri ha spiegato che l'Ue si riserva il diritto di adottare “misure restrittive” e ha chiesto a Mosca di collaborare a un'inchiesta internazionale indipendente condotta dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha sposato la teoria del complotto che gli ha servito il presidente bielorusso Aleksander Lukashenka. L'intercettazione fornita dal leader di Minsk di una conversazione tra Germania e Polonia dimostrerebbe che l'avvelenamento dell'oppositore russo Alezei Navalny è "una falsificazione", ha detto Peskov. Il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, ha invece spiegato che per la Germania le conclusioni sull'uso del Novichok sono “definitive”. Se Vladimir Putin rifiuterà di collaborare, la minaccia delle sanzioni Ue si concretizzerà, anche se la partita vera si gioca a Berlino dove aumenta la pressione su Merkel per fermare la costruzione del gasdotto Nord Stream 2.

   

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Più che la Russia, l'urgenza per Stolteberg è cercare di evitare un conflitto armato tra due membri della Nato. I tentativi di mediazioni della Germania tra Grecia e Turchia per le attività di esplorazione di Ankara nel Mediterraneo orientale non hanno portato frutti. Stolteberg ha annunciato l'avvio di discussioni a livello tecnico per istituire un meccanismo di prevenzione di conflitti che permetta di evitare un incidente al largo di Cipro. Tuttavia “nessun accordo sul meccanismo è ancora stato raggiunto”, ha spiegato Stoltenberg. Il governo di Atene non intende accettare alcun compromesso – nemmeno sul meccanismo preventivo Nato – fino a quando le navi turche rimarranno nelle aree contese. La Turchia invece si dice pronta a accettare negoziati, ma purché non ci siano condizioni. Un modo per imporre la sua presenza al largo di Cipro come un dato di fatto.

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