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L'Ue ha un piano per riconquistare sovranità sulle materie prime

David Carretta

La Commissione vuole ridurre la dipendenza dalle importazioni, che minacciano intere industrie ed espongono l'Ue ai ricatti della Cina e degli altri fornitori

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Bruxelles. Riconquistare la sovranità dell'Ue sulle materie prime che sono essenziali per tecnologie strategiche, digitali e ambientali, creando un'Alleanza europea con l'industria e gli investitori che permetta di ridurre la dipendenza da Stati terzi come la Cina e la Turchia: questo è l'obiettivo che si è posto la Commissione di Ursula von der Leyen, lanciando un piano di azione sulle materie prime critiche. Oggi la Cina fornisce il 98 per cento degli elementi terrestri rari all'Ue, la Turchia il 98 per cento di borato, il Sud Africa il 71 per cento di platino e altri metalli come l'iridio, il rodio e il rutenio. Per l'afnio e lo stronzio, l'Ue dipende da singole imprese. Il piano di azione dovrebbe ridurre la dipendenza, diversificare le forniture, migliorare l'efficienza delle risorse, promuovere il riutilizzo attraverso il riciclaggio.

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Bruxelles. Riconquistare la sovranità dell'Ue sulle materie prime che sono essenziali per tecnologie strategiche, digitali e ambientali, creando un'Alleanza europea con l'industria e gli investitori che permetta di ridurre la dipendenza da Stati terzi come la Cina e la Turchia: questo è l'obiettivo che si è posto la Commissione di Ursula von der Leyen, lanciando un piano di azione sulle materie prime critiche. Oggi la Cina fornisce il 98 per cento degli elementi terrestri rari all'Ue, la Turchia il 98 per cento di borato, il Sud Africa il 71 per cento di platino e altri metalli come l'iridio, il rodio e il rutenio. Per l'afnio e lo stronzio, l'Ue dipende da singole imprese. Il piano di azione dovrebbe ridurre la dipendenza, diversificare le forniture, migliorare l'efficienza delle risorse, promuovere il riutilizzo attraverso il riciclaggio.

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In mezzo c'è anche l'European Green Deal. In un rapporto la Commissione sottolinea che le penurie di elementi usati per fabbricare batterie e altre tecnologie delle energie rinnovabili rischiano di compromettere l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Ma il problema è più ampio e geo-strategico. La dipendenza dalle importazioni minaccia intere industrie ed espone l'Ue ai ricatti della Cina e di altri paesi ricchi di materie prime critiche. L'interruzione delle catene di approvvigionamento dovuta al Covid-19 e l'uso politico delle materie prime da parte di Pechino hanno reso il problema ancora pi urgente. "Un certo numero di materie prime sono essenziali per permettere all'Europa di guidare la transizione verde e digitale e rimanere il primo continente industriale al mondo", ha spiegato il commissario al Mercato interno, Thierry Breton. "Non possiamo permetterci di dipendere interamente da paesi terzi, e per alcuni elementi rari da un solo paese".

 

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La Commissione ha identificato 14 ecosistemi industriali che - messi insieme -rappresentano il 70 per cento del valore aggiunto dell'Ue. Le materie prime critiche sono usate praticamente in tutti questi ecosistemi, ma in particolare nei settori dell'aerospaziale e della difesa, dell'elettronica, dell'auto e della mobilità, delle industria a alta intensità energetica e dell'energia rinnovabile. Inoltre, le materie prime critiche sono fondamentali anche per la sanità, le protesi e la farmaceutica. "Diversificando le forniture dai paesi terzi e sviluppando capacità di estrazione, lavorazione, riciclaggio, raffinamento e separazione dell'Ue possiamo diventare più resilienti e sostenibili", ha detto Breton.

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