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Dosi di propaganda

Redazione

Mosca dice di avere il vaccino contro il coronavirus. Una dichiarazione frettolosa

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Ieri il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato che la Russia ha pronto il vaccino contro il Sars-CoV-2. Ha detto che “funziona in modo abbastanza efficace e crea un’immunità stabile” e che ha superato tutti i test necessari. Ha lodato la rapidità dell’Istituto Gamaleya, l’ente scientifico che ha sviluppato il vaccino, e ha aggiunto che l’ha provato anche sua figlia e che, a parte la febbre a 38 il primo giorno, adesso sta benissimo. La corsa al vaccino è molto competitiva, tutto il mondo si è mosso per essere il primo e la Russia non poteva stare fuori da questa corsa e dopo l’insuccesso nella gestione della pandemia – che ha anche portato a un modesto calo di consensi per il presidente russo – non poteva che essere la prima a dichiarare: “Abbiamo registrato il primo vaccino!”. Diversi paesi, tutti in competizione tra di loro, hanno avanzato qualche dubbio sulla velocità con cui Mosca è stata in grado di sviluppare il vaccino del quale, finora, si sanno poche cose. Si sa che a lavorarci sono stati gli scienziati dell’Istituto Gamaleya; che sono stati investiti 4 milioni di rubli (circa 470 mila euro); che a giugno e a luglio sono state condotte le prime fasi di prova (la prima su 38 civili e 38 militari e la seconda su 100 persone); e sappiamo che manca l’ultima fase.

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Ieri il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato che la Russia ha pronto il vaccino contro il Sars-CoV-2. Ha detto che “funziona in modo abbastanza efficace e crea un’immunità stabile” e che ha superato tutti i test necessari. Ha lodato la rapidità dell’Istituto Gamaleya, l’ente scientifico che ha sviluppato il vaccino, e ha aggiunto che l’ha provato anche sua figlia e che, a parte la febbre a 38 il primo giorno, adesso sta benissimo. La corsa al vaccino è molto competitiva, tutto il mondo si è mosso per essere il primo e la Russia non poteva stare fuori da questa corsa e dopo l’insuccesso nella gestione della pandemia – che ha anche portato a un modesto calo di consensi per il presidente russo – non poteva che essere la prima a dichiarare: “Abbiamo registrato il primo vaccino!”. Diversi paesi, tutti in competizione tra di loro, hanno avanzato qualche dubbio sulla velocità con cui Mosca è stata in grado di sviluppare il vaccino del quale, finora, si sanno poche cose. Si sa che a lavorarci sono stati gli scienziati dell’Istituto Gamaleya; che sono stati investiti 4 milioni di rubli (circa 470 mila euro); che a giugno e a luglio sono state condotte le prime fasi di prova (la prima su 38 civili e 38 militari e la seconda su 100 persone); e sappiamo che manca l’ultima fase.

 

La Russia ha detto che gli scienziati ci lavorano da ieri e comprenderà anche volontari dall’Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi Uniti e dalle Filippine, ma secondo l’Organizzazione mondiale per la sanità il vaccino russo è ancora nella prima fase di sperimentazione e ha avvertito Mosca di non allontanarsi dai metodi usuali utilizzati per testare la sicurezza e l’efficacia dell’immunizzazione. Nel mezzo delle perplessità della comunità scientifica, l’annuncio del presidente russo si è trasformato nella dichiarazione di una vittoria immediata. Putin pretende di aver vinto la corsa per il vaccino, voleva vincerla sin dall’inizio – ha detto che in autunno saranno vaccinati insegnanti e personale sanitario – anche stando fuori dalle regole internazionali. Si sta esponendo molto il presidente russo, confondere propaganda e scienza durante un’emergenza sanitaria internazionale potrebbe essere un’altra mossa sbagliata dopo mesi di errori.

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