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Chi l'avrà vinta in Francia sulle pensioni?

Mauro Zanon

Gli scioperi (ora anche gli studenti), gli incontri e le manifestazioni. Un calendario con le date da tenere d'occhio fino alla presentazione della riforma

Parigi. In Francia, non c’è stata nessuna “tregua di Natale”, nonostante gli appelli giudiziosi della frangia riformista del mondo sindacale: lo sciopero dei trasporti contro la riforma delle pensioni del presidente Macron è continuato ininterrottamente, creando disagi in tutto il paese anche durante le vacanze. E' arrivato il 2020, ma la Cgt di Philippe Martinez è ancora il sindacato più ostile alla modernizzazione del sistema previdenziale, vuole il ritiro del testo e non dà nessun segnale di apertura. La Cfdt di Laurent Berger, invece, pur ribadendo la sua opposizione alla modifica dell’età d’equilibrio (il governo vorrebbe portarla a 64 anni), ha teso nuovamente la mano al governo, proponendo di trattare a parte il capitolo dei finanziamenti, attraverso una conferenza con le parti sociali coinvolte che permetta di trovare un compromesso. Ma vediamo qual è il calendario della riforma in questo mese di gennaio, decisivo per il futuro del progetto, dato che la presentazione del testo legislativo è prevista per il 22.

 
Lunedì 6 gennaio: il petit-déj di inizio anno

  
Ieri, come ogni anno dopo le vacanze natalizie, l’esecutivo si è riunito a Place Beauvau, sede del ministero dell’Interno, per una colazione di lavoro. L’atmosfera, come riportato dal Figaro, era falsamente serena, tra sorrisi forzati e sogni di uscita dalla crisi. La bella notizia, tuttavia, è arrivata nel pomeriggio, con la proposta di una “conferenza sui finanziamenti” da parte del boss della Cfdt Berger, accolta calorosamente dal ministro dell’Economia, Bruno Le Maire. “E' un’ottima proposta”, ha detto Le Maire, prima di rimettersi al lavoro per affinare la strategia da adottare nelle prossime settimane.

 


Martedì 7 gennaio: la nuova fase di concertazione


Oggi, alle 7.40 su Rtl, il primo ministro francese Édouard Philippe, il “fusibile” del presidente Macron, si esprimerà sulla riforma, prima di raggiungere il ministero del Lavoro, dove riprenderà le negoziazioni con le organizzazioni sindacali e padronali. Con Philippe, per inaugurare questa nuova fase di concertazione che durerà per tutto il mese di gennaio, ci saranno la ministra del Lavoro Muriel Pénicaud, la sua collega alla Salute, Agnès Buzyn, il segretario di stato con delega all’Azione e i conti pubblici, Olivier Dussopt, e, naturalmente, il segretario di stato per le Pensioni, Laurent Pietraszewski. Secondo quanto riportato dal Figaro, il governo proporrà un metodo di lavoro che riguarderà l’equilibro finanziario del sistema pensionistico. Martinez della Cgt si è lamentato di essere venuto a conoscenza del calendario attraverso la stampa, mentre Jean-Luc Mélenchon ha definito “una commedia” la nuova fase di concertazione che il governo aprirà domani.

 


Giovedì 9 e sabato 11 gennaio: la quarta e la quinta giornata di mobilitazione nazionale

 
La mobilitazione sociale, che da trentuno giorni paralizza principalmente la circolazione dei treni e dei trasporti parigini, ha battuto lo scorso 2 gennaio il record di ventotto giorni di sciopero no stop del 1986-1987. Giovedì, inoltre, è prevista la quarta giornata di scioperi e manifestazioni interprofessionali in tutto il territorio francese. “In nome dell’intersindacale Cgt, Fo, Cfe-Cgc, Solidaires, Fsu, vi posso annunciare che una nuova giornata di sciopero interprofessionale avrà luogo il prossimo 9 gennaio”, aveva anticipato Martinez della Cgt. Berger della Cfdt, al contrario, non ha lanciato nessun appello a scendere in piazza contro il governo. Sabato 11 gennaio, per mettere ancora più pressione all’esecutivo, ci sarà una quinta giornata di mobilitazione nazionale.

 


Dal 7 al 10 gennaio: il blocco delle raffinerie, mentre va in scena quello delle università (e degli esami)

 


La Féderation Cgt de la Chimie ha annunciato il “blocco totale” delle otto raffinerie che si trovano in Francia. Alcune, sono già oggetto di perturbazioni da diverse settimane, come la raffineria di Grandpuits, nel dipartimento della Seine-et-Marne. “Vogliamo fare in modo che nessun prodotto esca da queste raffinerie per novantasei ore consecuive”, ha minacciato Thierry Dufresne, delegato Cgt presso Total, che possiede cinque raffinerie. In parallelo, diverse università parigine, tra cui la Sorbona, sono bloccate, con gli studenti che per solidarietà o meno con lo sciopero reclamano lo spostamento degli esami (che sarebbero dovuti iniziare oggi). All’Università di Nanterre, è stato proposto agli allievi di dormire in una palestra messa a disposizione per quindici giorni: ossia per tutta la durata della sessione di gennaio.

 
La settimana del 13: le altre riunioni

 
La prossima settimana, la ministra della Salute, Agnès Buzyn, avvierà con i sindacati del settore ospedaliero nuove discussioni per trovare un punto d’accordo sulla riforma del sistema previdenziale. Lo stesso faranno Jean-Michel Blanquer, titolare dell’Istruzione, con “l’obiettivo di arrivare nel giugno 2020 a un protocollo d’accordo su vari scenari di rivalorizzazione” delle carriere degli insegnanti, il segretario di stato alle Finanze Dussopt, che riceverà i sindacati della funzione pubblica, e Frédérique Vidal, ministra dell’Università, che proseguirà i lavori con i sindacati sulla legge di programmazione pluriennale della ricerca. 

 


Il 22 gennaio: la presentazione del progetto di legge

 
Il 22 gennaio sarà il Jour J: salvo cataclismi, verrà infatti presentata in consiglio dei ministri la versione definitiva del progetto di legge sulla riforma delle pensioni. “Monsieur Retraitres”, come viene chiamato Laurent Pietraszewski, ha ribadito che non ci sarà nessun passo indietro sulla “cancellazione dei regimi speciali”, anche se il governo, in realtà, ha già ceduto su otto regimi, a partire da quello dei poliziotti.