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Assenti in Europa

Luciano Capone

Se Macron è a Bruxelles con Sánchez per ridisegnare l’Ue, Conte è a Roma con Toninelli per lo “sblocca cantieri”

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Roma. Finita la conta, arriva il momento in cui i voti vanno pesati. All’indomani delle europee Emmanuel Macron è il più attivo nel tentativo di spostare gli equilibri post elettorali a suo favore. Lunedì sera ha incontrato a Parigi il premier spagnolo Pedro Sánchez, nuovo leader del Partito socialista europeo, e oggi per tutta la giornata è stato impegnato in una girandola di meeting con tutti i più importanti capi di governo dell’Unione. Macron, indicato in Italia come sconfitto da Marine Le Pen, è di fatto diventato in Europa l’“ago della bilancia” (ciò che voleva essere Luigi Di Maio) attraverso la sua fitta rete di relazioni politiche e diplomatiche. Il presidente francese cerca così di far valere il suo gruppo liberale per incunearsi nello storico bipolarismo Ppe-Pse europeo allo scopo di mettere al vertice della Commissione Margrethe Vestager (che è liberale) o Michel Barnier (che è del Ppe, ma è francese). Come si è mosso invece Giuseppe Conte? L’Italia parte già svantaggiata rispetto alla Francia: il M5s non fa parte di alcuna famiglia politica europea mentre la Lega è nella fazione sovranista che andrà all’opposizione; il governo non ha costruito alleanze regionali con i paesi mediterranei; i rapporti con la Germania sono così così e con la Francia pessimi (Di Maio è amico dei gilet gialli e Salvini della Le Pen, i due nemici di Macron). Come se non bastasse l’enorme marginalità politica, il governo italiano – che in campagna elettorale aveva annunciato un radicale cambiamento dell’Ue – è assente dalle discussioni in cui questo cambiamento prende forma. E così oggi, mentre Macron incontrava i leader europei, Conte era impegnato in un vertice sullo “sblocca cantieri” con Danilo Toninelli e altri viceministri e sottosegretari. Solo dopo è partito per Bruxelles, con arrivo all’Europa Building alle 17.45, un quarto d’ora prima dell’inizio della “Cena di lavoro dei membri del Consiglio europeo”. E ovviamente in questi casi, quando si arriva tardi, a tavola tocca mangiare quello che hanno preparato gli altri. 

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