I manifestanti pro-europei che chiedono un secondo referendum sulla Brexit (Foto LaPresse)

A Londra domina la strategia dell'attesa. Vale pure per il People's Vote

Gregorio Sorgi

Un'altra sconfitta della May ai Comuni. "Più passa il tempo, più si avvicina la vittoria", ci dice un leader anti Brexit 

Roma. Ieri sera è arrivata un’altra sconfitta per il governo di Theresa May: i deputati hanno respinto la sua mozione per 303 voti a 258. La premier aveva chiesto al Parlamento di confermare la fiducia all’emendamento Brady, secondo cui la maggioranza dei deputati avrebbe sostenuto il suo accordo sulla Brexit con alcune modifiche a cui l’Ue ha sempre detto di no. La sconfitta non ha alcuna conseguenza pratica, ma indebolisce la posizione della premier in vista dei nuovi negoziati con Bruxelles.

 

Tuttavia, i sostenitori del secondo referendum sulla Brexit, continuano a pensare che la strategia migliore sia l’attesa. “Per ora prendiamo tempo, aspettiamo. Più passa il tempo, più abbiamo delle possibilità di vincere”, dice al Foglio Eloise Todd, direttrice di Best for Britain, un movimento che si batte per un voto popolare sulla Brexit. La campagna per il secondo referendum non è molto in forma: i volti di punta del People’s Vote si sono ritirati in silenzio dopo gli ultimi voti del Parlamento, che hanno reso tutto più complicato. Westminster ha bocciato un emendamento per posticipare la Brexit, figurarsi se riuscirà mai ad approvare il secondo referendum, un’ipotesi molto più divisiva. “Non sono d’accordo – dice Todd – L’emendamento di cui parli (proposto dalla laburista Yvette Cooper, ndr) ha perso per pochi voti. Penso che la posizione del Parlamento diventerà meno rigida col passare del tempo”.

 

Ma a forza di aspettare non c’è il rischio di uscire dall’Ue senza un accordo? “Il modo migliore per vincere è aspettare. Vogliamo arrivare a ridosso del 29 marzo 2019 (la data in cui il Regno Unito dovrebbe uscire dall’Ue, ndr) e a quel punto i deputati dovranno scegliere tra il secondo referendum e il ‘no deal’. E sceglieranno la prima opzione”. Gli strateghi del People’s Vote confidano che tutte le alternative al secondo referendum, incluso l’accordo della premier Theresa May, verranno bocciate col passare del tempo. “L’intesa della May non verrà approvata dal Parlamento, non ci sono i numeri. E i tentativi della premier di ricevere delle concessioni da Bruxelles non andranno mai a buon fine. Prima o poi, l’ala europeista dei Tory capirà che la May non può ottenere nulla dall’Ue.

 

A quel punto, molti deputati si schiereranno a favore di un secondo referendum”. La May vuole allungare i tempi, nella speranza di aumentare le possibilità di vittoria. La premier riferirà al Parlamento il 26 febbraio, ma ancora non ha detto quando si terrà il prossimo voto. Tuttavia, col passare del tempo, l’ala pro remain del suo partito potrebbe mobilitarsi in Parlamento per scongiurare il “no deal”. Un possibile ostacolo al People’s Vote sarebbe un accordo sulla Brexit tra la May e il capo dell’opposizione, Jeremy Corbyn. Il Guardian ha scritto che la settimana prossima il leader laburista andrà a Bruxelles per spiegare la sua strategia ai negoziatori europei. “Le larghe intese non ci saranno. La May ha escluso di volere continuare a fare parte dell’unione doganale, un principio che sta alla base dell’offerta di Corbyn. È un matrimonio che non può funzionare”.

 

Il leader laburista ha detto in tutti i modi di essere contrario a un secondo referendum, eppure Todd spera ancora in un suo ripensamento. “Lui ha detto che il secondo referendum è l’alternativa a una ‘Labour Brexit’ (un accordo sulla base delle prerogative corbyniste, ndr). Presto capirà che questo non è praticabile, quindi sarà costretto a sostenere un secondo referendum. Il momento prima o poi arriverà”. Se si creassero le condizioni politiche, in che modo verrà messa in pratica la vostra strategia? “I deputati laburisti Peter Kyle e Phil Wilson hanno proposto di votare l’accordo della May in cambio di un suo sostegno per un secondo referendum. Un buon compromesso. La maggioranza degli elettori vuole un secondo referendum perché ha visto l’incompetenza del Parlamento. Nascerà una maggioranza anche tra i deputati, ne sono convinta”. Per i paladini del People’s Vote, come per tutti gli altri, bisogna solo saper aspettare.

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