Vivere con la strizza della Bomba di Kim Jong-un
Roma. Quando Ri Chun-hee appare alla televisione nordcoreana vuol dire che la notizia che sta per annunciare è di quelle che in pochi minuti faranno il giro del mondo. I cinesi dicono che le parole di Ri Chun-hee, la conduttrice più famosa della Korean Central Television (Kctv) di Pyongyang, possono fare più danni dei cannoni. E in effetti è stata lei, intorno alle ore 12 locali di mercoledì, ad annunciare il quarto test nucleare condotto dalla Corea del nord. Lo ha fatto con indosso il joseonot, il vestito tradizionale nordcoreano, di colore rosa, la foggia tipica dei giorni di festa. Ri, che ufficialmente è pensionata, mercoledì è tornata davanti alle telecamere e sorridendo ha letto ai nordcoreani il comunicato del governo: “Ha avuto luogo un evento globalmente sorprendente che sarà ricordato nella storia nazionale, lunga più di 5 mila anni. […] Il primo test della Bomba all’idrogeno è stato condotto con successo questa mattina alle 10, secondo la determinazione strategica del Partito dei lavoratori di Corea”.
Il video della Kctv, lungo più di sei minuti, è stato diffuso in diretta da un maxi schermo alla stazione centrale della capitale, a sottolineare, in conformità con la propaganda nordcoreana, che un successo degli scienziati di Pyongyang è un successo di tutti i cittadini. E’ stata trasmessa anche una foto del leader nordcoreano, Kim Jong-un, che firma un documento. Accanto alla foto di Kim, c’è l’immagine ingrandita di quello che si presume sia il documento che sta firmando. Il testo, datato 15 dicembre, scritto a mano con una grafia molto difficile da interpretare (nella foto in basso), dice in fondo: “Autorizzo il test della bomba all’idrogeno. Fatelo il 6 di gennaio!”.
Mentre la comunità scientifica non perde mai d’occhio l’evoluzione del programma di armamenti nordcoreano, quella internazionale resta sorpresa ogni volta che Kim Jong-un alza il tiro delle provocazioni, come svegliata da un lungo sonno. Ad ascoltare il messaggio della tv di stato nordcoreana, quella che viene definita “la Bomba della giustizia” sarebbe un “metodo di legittima difesa” contro l’aggressività americana. Soltanto l’America è citata esplicitamente.
L’altra immagine iconica della giornata di ieri è quella del ministro della Difesa giapponese, Gen Nakatani, che corre seguito dal suo staff verso la residenza del primo ministro Shinzo Abe, per informarlo del test. Questa è la prima provocazione nordcoreana dopo la riforma dell’esercito del Giappone, che dal 2015 può impiegare i soldati per difendersi anche se non direttamente attaccato. Abe ha detto che non tollererà ulteriori avanzamenti del programma nucleare nordcoreano, la presidente sudcoreana Park Geun-hye ha parlato di una provocazione grave, “una minaccia per le nostre vite”. Anche Cina e Russia, ovvero i alleati più grandi della Corea del nord soprattutto sul tavolo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, hanno condannato il test nordcoreano. In particolare le prodezze di Kim Jong-un sono fonte di imbarazzo per il presidente cinese Xi Jinping, che sta tentando di accreditarsi con la comunità internazionale nel ruolo di diplomatico di riferimento per le questioni asiatiche. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, che si è riunito ieri d’urgenza, probabilmente deciderà per nuove sanzioni economiche contro la Corea del nord.
[**Video_box_2**]L’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la sicurezza, Federica Mogherini, ha parlato ieri di “una violazione grave del diritto internazionale e una seria minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali e regionali”. La Farnesina ha diffuso un comunicato pressoché identico a quello europeo, nel quale il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, “chiede alla Corea del Nord di conformarsi” ai suoi obblighi internazionali. Il senatore del Pdl Antonio Razzi, riconosciuto dal governo di Pyongyang come uno dei delegati italiani in Corea del nord, lunedì prossimo incontrerà l’ambasciatore nordcoreano in Italia. Razzi non è d’accordo con la linea dura italiana e, contattato dal Foglio, spiega che “la Corea del nord non è un paese aggressivo, non vuole usare l’atomica contro qualcuno. Sempre ammesso che ce l’abbia, l’atomica, visto che a volte succede che la propaganda prevalga sulla realtà”. E il terremoto antropico come lo spiega? “Chi può dire, magari c’è stato un terremoto naturale, ci sono sempre troppe chiacchiere sulla Corea”. Secondo Razzi, il primo passo da fare dovrebbe essere quello di aprire un canale di dialogo: “Con Cuba, con l’Iran, è stato fatto. Sono rimasti soltanto loro, ed è gente pacifica, anche l’ultima volta che sono andato a Pyongyang con Salvini, la gente per strada era serena. Ma l’embargo è sbagliato, è una ripicca data da gelosie e incomprensioni. La comunità internazionale deve scendere in campo con la diplomazia”.