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editoriali

Draghi e il ritorno dello spread

Redazione

Guerra, inflazione e partito dello scostamento. Il difficile doppio compito del governo: mantenere una linea occidentale in politica estera e far quadrare i conti

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Il costo del debito pubblico italiano ha superato due soglie rilevanti, non solo dal punto di vista simbolico: lo spread ha superato i 200 punti base e il rendimento dei Btp ha superato il 3 per cento, livello che non si toccava dall’autunno del 2018. All’epoca l’impennata era dovuta esclusivamente a cause interne, le turbolenze del governo gialloverde e la sfida con Bruxelles sul deficit, mentre ora le cause sono prevalentemente esterne: la guerra in Ucraina soprattutto. Questo da un lato vuol dire che non avere un governo serio è un problema, dall’altro che avere al governo Mario Draghi non risolve tutti i problemi. L’Italia si trova in una situazione complicata. Esce dalla crisi Covid con un debito pubblico sopra il 150 per cento e una buona ripresa economica: ora quest’ultima viene frenata dalla congiuntura internazionale e di conseguenza quel debito così grosso inizia ad allarmare i creditori.

 

In aggiunta, la forte pressione inflattiva spinge le banche centrali e la Bce verso politiche monetarie più restrittive. Vuol dire che il “sentiero stretto” per il paese si stringe ulteriormente e il governo si trova nella difficile situazione di dover sostenere l’economia, provata dallo choc energetico e dalla guerra, senza però poter ricorrere all’indebitamento né alla droga monetaria. Di questo ne è consapevole il governo che è riuscito a varare diverse misure contro il caro energia, senza fare scostamenti di bilancio. Draghi ha il compito difficile di tenere l’Italia su una salda posizione occidentale nei confronti della Russia, ad esempio rispetto alle sanzioni sul petrolio, e al contempo di tenere sotto controllo i conti nel fare la politica economica per mitigare gli effetti delle sanzioni. L’esatto opposto di chi nella maggioranza, come Conte e Salvini, vuole sia allentare la risposta a Putin sia i cordoni della borsa. Per settimane si è invocato con leggerezza lo scostamento di bilancio, ciò che abbiamo ottenuto è uno scostamento dello spread. La coazione a ripetere dei gialloverdi non è un buon segnale.

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