La nuova Alitalia decolla. Ita volerà dal 15 ottobre

Maria Carla Sicilia

C'è l'accordo con Bruxelles. Soddisfatti Giorgetti e Giovannini, ora la palla passa a Orlando per gestire gli esuberi: si parte con 2.800 dipendenti e 52 voli. A gara anche lo storico logo

La svolta nelle trattative è arrivata in mattinata: dal 15 ottobre potranno decollare i primi voli di Ita, la compagnia che nascerà dalle ceneri di Alitalia. "La discussione con la commissione europea ha consentito di giungere a una soluzione costruttiva ed equilibrata, che garantisce la discontinuità necessaria al rispetto della normativa europea", si legge in una nota del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. "L'esito positivo dell'interlocuzione con gli uffici della commissione consente di avviare le procedure relative all'aumento di capitale di Ita e crea le condizioni per la firma del memorandum d'intesa per il passaggio di determinate attività da Alitalia a Ita". 

 

Tre mesi di tempo, dunque, per procedere con i passaggi sopra descritti - tra cui l'aumento di capitale da 700 milioni - e garantire l'operatività del nuovo vettore aereo, che come dice ancora il Mise sarà "solido, sostenibile e indipendente, in grado di operare nel segno della discontinuità e con solide prospettive di crescita e sviluppo". 

 

A commentare il via libera di Bruxelles è anche il ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini, che insieme a Giorgetti ha condotto in questi mesi le trattative con la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager. "Con Ita nasce una nuova importante compagnia aerea italiana", sottolinea il ministro, "con significative prospettive di sviluppo e che sarà in grado di competere sul mercato nazionale e internazionale". A vigilare sul rispetto delle norme europee ci penserà ancora la commissione: "Rimarremo in stretto contatto con le autorità italiane per garantire che il lancio di Ita come nuovo e vitale attore di mercato sia in linea con le norme dell'Ue sugli aiuti di stato", ha detto Vestager. Una garanzia perché Ita non erediti da Alitalia l'attitudine ad avere bisogno di sostegni pubblici. 

 

Ora, a gestire la transizione, entrerà in gioco anche il ministro Andrea Orlando. Perché il passaggio da Alitalia a Ita, come detto altre volte, comporterà diverse miglialia di esuberi (qualcosa in meno di 5.000): i lavoratori Alitalia che potrebbero essere assunti nella nuova compagnia sono solo 2.800 nel 2021, mentre l'anno prossimo potrebbero arrivare a 5.750. "Il periodo di transizione sarà accompagnato attraverso una corretta vigilanza sull'amministrazione straordinaria di Alitalia che si farà carico delle ricadute sociali insieme con il ministro del Lavoro", spiega ancora il Mise, "attivando tutte le tutele consentite per accompagnare i lavoratori che non troveranno posto nella newco verso nuove prospettive". 

 

Gli elementi di discontinuità 

Intanto il cda della nuova compagnia ha approvato oggi pomeriggio il piano industriale 2021-2025, dove ci sono tutti gli elementi utili a capire che volto avrà Ita. Come sottolineato più volte, per Bruxelles è sempre stato indispensabile che fosse garantita la discontinuità tra le due compagnie. Intorno a questo paletto si sono arrovellate le trattative, che hanno tenuto col fiato sospeso (e le casse vuote) Alitalia. L'accordo raggiunto ha accolto buona parte delle richieste della Commissione, sulla cui base è stato poi modificato il piano industriale approvato oggi: nella nuova Ita restano solo gli asset aviation, da acquisire tramite negoziazione diretta con Alitalia in amministrazione straordinaria, mentre andrà a gara lo storico brand, con buona pace di chi lo riteneva un elemento irrinunciabile. E non è detto che Ita non possa aggiudicarselo, dal momento che ha facoltà di partecipare alla procedura pubblica.

 

A gara anche le attività di handling e manutenzione: nel primo caso Ita potrà partecipare come azionista di maggioranza di una newco insieme ad altri partner, mentre nel secondo la nuova compagnia ha facoltà di partecipare solo con una quota di minoranza.

 

L'assemblea dei soci è ora chiamata a decidere sull'aumento di capitale di 700 milioni, indispensabile per avviare le attività operative. Denaro che servirà anche per completare l'acquisizione delle certificazioni necessarie per iniziare la commercializzazione dei biglietti: nel piano industriale è previsto che saranno in vendita a partire dal 15 agosto. 

 

I numeri della nuova compagnia

Il piano industriale conferma il perimetro che si era ipotizzato in questi mesi. "Se Ita è troppo pesante non vola", aveva detto il ministro Giorgetti pochi mesi fa descrivendo una nuova Alitalia leggera, anzi leggerissima. Una compagnia snella, che conterà su una flotta di 52 aerei nel momento dell'avvio delle attività. L'anno prossimo, a questi dovrebbero aggiungersi altri 26 aeromobili, fino ad arrivare a 105 per la fine del 2025. In relazione alla flotta, sono dimensionati gli slot: alla fine della trattativa la compagnia aerea manterrà l'85 per cento degli slot di Linate e il 43 per cento di quelli di Roma Fiumicino. 

 

Al loro decollo gli aerei di Ita serviranno 45 destinazioni tra traffico nazionale, medio e lungo raggio (61 rotte), ma l'obiettivo è crescere fino a 75 destinazioni entro il 2025 (89 rotte). Nella prossima stagione - quella invernale, in cui Ita sarà operativa - la rete di lungo raggio sarà limitata a New York, Tokyo, Boston e Miami (tutti voli da Roma Fiumicino), ma il piano prevede un raddoppio delle destinazioni sul lungo raggio già dalla successiva stagione estiva. 


 

 

 

 

 

 

 

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  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.