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L'economia italiana è la più colpita dal Covid. Gentiloni: "Subito il Recovery Fund"

David Carretta

I dati della Commissione Ue sul pil dei paesi della zona euro. Italia a meno 11,2 per cento, peggio della Grecia

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Bruxelles. Con una caduta del pil dell'11,2 per cento l'Italia sarà il paese della zona euro più colpito dall'impatto economico del coronavirus nel 2020, ma anche tra quelli che faranno più fatica a riprendersi nel 2021 con una crescita di appena il 6,1 per cento che ha poco a che vedere con la ripresa a "V" necessaria a tornare ai livelli di attività economica pre-crisi.

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Bruxelles. Con una caduta del pil dell'11,2 per cento l'Italia sarà il paese della zona euro più colpito dall'impatto economico del coronavirus nel 2020, ma anche tra quelli che faranno più fatica a riprendersi nel 2021 con una crescita di appena il 6,1 per cento che ha poco a che vedere con la ripresa a "V" necessaria a tornare ai livelli di attività economica pre-crisi.

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E' questa la fotografia che emerge dalle previsioni economiche estive presentate oggi dalla Commissione Ue. La zona euro dovrebbe contrarsi dell'8,7 per cento nel 2020, prima di tornare a crescere del 6,1 per cento nel 2021. Nell'Ue a 27 il pil dovrebbe contrarsi dell'8,3 per cento quest'anno prima di risalire del 5,8 per cento il prossimo. La revisione delle stime per il 2020 è importante, visto che in primavera la Commissione prevedeva un calo del pil del 7,7 per cento per la zona euro e del 7,4 per cento per l'Ue.

 

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Le stime dell'esecutivo comunitario confermano lo scenario più temuto: quello di una ripresa disomogenea nella zona euro e nell'Ue. Da un lato un gruppo di paesi prevalentemente del nord - Germania, Estonia, Lettonia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Austria, Slovenia, Bulgaria, Danimarca, Ungheria, Polonia, Svezia - che beneficia di un forte rimbalzo e si avvicina alla ripresa a “V” nel 2021. Dall'altro gli stati membri del sud – Italia, Spagna, Portogallo – che rischiano di metterci molto di più per tornare ai livelli di pil del 2019. "Le divergenze stanno aumentando. Serve il Recovery fund", ha detto il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni. La risposta dei governi alla pandemia, ha aggiunto l'ex premier, "ha contribuito a attutire il colpo per i nostri cittadini, ma questa rimane una storia di crescenti divergenze, disuguaglianze e insicurezza". "Dobbiamo restare vigilanti sulle velocità diverse della ripresa", ha spiegato il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.

  

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Nella sua analisi sui singoli paesi, la Commissione sottolinea che l'epidemia di Covid-19 e le misure di contenimento "hanno spinto l'economia dell'Italia in una profonda recessione", con un calo considerevole degli investimenti e delle esportazioni. "Le stringenti misure di lockdown imposte dal governo italiano in marzo, inclusa la chiusura della produzione, significano che ci si attende che i danni all'attività economica saranno ancora più grandi nel secondo trimestre" del 2020, dice la Commissione. Se non ci sarà una seconda ondata di contagi, l'attività economica dovrebbe iniziare a riprendersi nel terzo trimestre "aiutata" dalle misure fiscali del governo. La spesa dei consumatori dovrebbe ripartire nella seconda metà dell'anno. Gli aiuti del governo al reddito dovrebbero "compensare in parte l'impatto negativo della pandemia sull'occupazione e i redditi disponibili". Le misure per le imprese - garanzie sui prestiti, rinvio delle scadenze fiscali e crediti fiscali - hanno fornito "un sostegno prezioso".

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Ma "il turismo e molti altri servizi legati ai consumatori sono destinati a riprendersi più gradualmente" con un impatto negativo sul rimbalzo della domanda. Inoltre gli investimenti privati dovrebbero "rimanere depressi" a causa dell'incertezza e della necessità per le imprese di rafforzare la liquidità. Risultato: "il pil reale non è destinato a tornare ai suoi livelli del 2019 entro la fine del 2021". e le previsioni rimangono "soggette a rischi al ribasso", in particolare per il rischio di una perdita consistente di posti di lavoro e un calo del sentimento economico.

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