PUBBLICITÁ

Greggio, ha stato Putin? Sì

Redazione

La crisi del mercato è l’onda lunga della rappresaglia russa di marzo

PUBBLICITÁ

Il collasso del mercato del greggio, avrete letto dappertutto, è colpa della pandemia che ha fatto rallentare l’economia del mondo. Meno domanda di greggio, troppa produzione, non si sa più dove mettere l’eccedenza e così il prezzo diventa negativo: i produttori ti pagano se ti porti via il prodotto. Vero, ma manca un pezzo importante a proposito della responsabilità. A marzo il presidente russo Putin ha usato la pandemia per compiere una rappresaglia feroce contro il settore Energia americano. I russi si sono accorti che grazie alla minore richiesta di greggio da parte della Cina avevano una chance di colpire e hanno voluto rompere il patto che avevano stretto con i sauditi per produrre poco e così tenere alto il prezzo al barile.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Il collasso del mercato del greggio, avrete letto dappertutto, è colpa della pandemia che ha fatto rallentare l’economia del mondo. Meno domanda di greggio, troppa produzione, non si sa più dove mettere l’eccedenza e così il prezzo diventa negativo: i produttori ti pagano se ti porti via il prodotto. Vero, ma manca un pezzo importante a proposito della responsabilità. A marzo il presidente russo Putin ha usato la pandemia per compiere una rappresaglia feroce contro il settore Energia americano. I russi si sono accorti che grazie alla minore richiesta di greggio da parte della Cina avevano una chance di colpire e hanno voluto rompere il patto che avevano stretto con i sauditi per produrre poco e così tenere alto il prezzo al barile.

PUBBLICITÁ

 

Il loro ragionamento era questo: se noi rompiamo il patto ora che il prezzo si è abbassato un poco potremo allagare il mercato con il nostro petrolio e i sauditi faranno lo stesso, il prezzo calerà ancora di più e i produttori americani che hanno bisogno di un prezzo al barile alto perché altrimenti non hanno margini di profitto andranno in rovina (per colpa della loro tecnica di estrazione molto costosa). Così è andata. Molti petrolieri americani sono in bancarotta.

 

PUBBLICITÁ

Ma l’onda lunga di quel mese di follia di russi e sauditi ha scatenato la crisi di oggi, perché ha riempito i depositi di stoccaggio. Nel frattempo la pandemia è diventata molto più dura, ha devastato l’Europa e gli Stati Uniti, ha fatto quasi grippare il motore dell’economia globale e la domanda è scesa molto di più di quanto si potesse prevedere. La punizione contro gli americani è diventata un tracollo per tutti i produttori. E i russi non godono molto di questo sfacelo, sono un petrostato pure loro, sotto un certo prezzo al barile non hanno più il budget per far andare avanti la macchina dello stato. Ma questa è la tentazione aggressiva dei regimi, sfruttare le crisi per mettere a segno le operazioni a cui tengono molto. La Russia colpisce il settore Energia americano, la Cina si incunea nella politica europea e nella Nato grazie alla cedevolezza interessata dei Cinque stelle.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ