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Reagire alla tempesta perfetta denunciando i vizi dell’Italia

Annamaria Furlan

Non basta cambiare il Patto di stabilità. Servono nuovi investimenti sulla sanità pubblica e un Piano Marshall. Basta retorica

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Dobbiamo essere orgogliosi del lavoro instancabile di medici, infermieri, del personale degli ospedali, dell’intera struttura nazionale di assistenza. Sono loro, oggi, i nostri “angeli” che con coraggio, spesso senza strumenti di sicurezza adeguati, si stanno prendendo cura dei tanti malati, soprattutto dei nostri anziani, i più colpiti dal virus anche perché sofferenti di altre patologie. Centinaia di persone anziane ogni giorno se ne vanno via in silenzio, senza nemmeno un funerale, un fiore, una messa di suffragio. Eppure sono cittadini che hanno dato tanto al nostro paese, in termini di professionalità, sacrifici, moralità, lavorando una vita nelle fabbriche, nei servizi pubblici, nell’agricoltura, facendo grande l’Italia. Sono pensionati e pensionate che hanno cresciuto anche i nostri figli, con amore e grande pazienza, sempre senza lamentarsi, con grande dignità. Ha ragione chi ci ricorda che l’umanità e la civiltà di un popolo si misurano dall’attenzione e dal rispetto che è riservato alla terza e quarta età.

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Dobbiamo essere orgogliosi del lavoro instancabile di medici, infermieri, del personale degli ospedali, dell’intera struttura nazionale di assistenza. Sono loro, oggi, i nostri “angeli” che con coraggio, spesso senza strumenti di sicurezza adeguati, si stanno prendendo cura dei tanti malati, soprattutto dei nostri anziani, i più colpiti dal virus anche perché sofferenti di altre patologie. Centinaia di persone anziane ogni giorno se ne vanno via in silenzio, senza nemmeno un funerale, un fiore, una messa di suffragio. Eppure sono cittadini che hanno dato tanto al nostro paese, in termini di professionalità, sacrifici, moralità, lavorando una vita nelle fabbriche, nei servizi pubblici, nell’agricoltura, facendo grande l’Italia. Sono pensionati e pensionate che hanno cresciuto anche i nostri figli, con amore e grande pazienza, sempre senza lamentarsi, con grande dignità. Ha ragione chi ci ricorda che l’umanità e la civiltà di un popolo si misurano dall’attenzione e dal rispetto che è riservato alla terza e quarta età.

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Per fortuna il nostro paese ha una grande rete di associazioni, a partire dai nostri sindacati dei pensionati, che sono un presidio di solidarietà, di tutela e di sostegno alla popolazione anziana, uno strumento attivo per combattere spesso la solitudine di tante persone sole e non autosufficienti. Ma questa rete non basta. E’ evidente che le epidemie come quella del Covid vanno combattute con più personale specializzato, investimenti pubblici, con massicce azioni sanitarie, scientifiche, tecnologiche. Nel 2010 la spesa sanitaria italiana era pari al 7 per cento del pil. Nel 2019 questa percentuale è scesa al 6,6 per cento, sono stati tagliati circa 37 miliardi di euro di aumenti di spesa destinati soprattutto alla crescita costante della popolazione anziana. Che l’Italia non fosse preparata ad una epidemia virale lo dimostra il fatto che mancano circa 46 mila operatori sanitari, tra cui 8 mila medici, mentre nel frattempo il 15 per cento dei nuovi medici specialisti italiani se ne va ogni anno dal nostro paese, perché all’estero guadagnano di più e sono molto più valorizzati. Questa è la triste realtà. La nostra sanità pubblica è stata falcidiata dai tagli negli ultimi dieci anni da una politica fredda e miope. Una politica che spesso ha pensato ad occupare le poltrone della sanità pubblica, non ha bandito i concorsi, ha tagliato posti letto, chiuso interi reparti, bloccato le assunzioni in tutte le regioni.

 

Oggi ne paghiamo le conseguenze. I medici e gli infermieri giustamente non vogliono essere considerati eroi e non vogliono nemmeno morire da eroi. Vogliono risposte concrete. Ecco perché il coronavirus potrebbe davvero rappresentare l’occasione per invertire la rotta. Ma bisogna fare presto: “reagire alla tempesta” come ha scritto ieri il Foglio, accelerando l’attuazione dei provvedimenti sulla sanità e sull’economia, superando tutti gli ostacoli burocratici che oggi sono la vera palla al piede del nostro paese. E’ chiaro a tutti che le ingenti risorse finora stanziate non basteranno. Abbiamo bisogno di più ammortizzatori sociali per proteggere i lavoratori, di maggiori investimenti pubblici, oggi, per essere più capaci di gestire situazioni analoghe in futuro. Ma è fondamentale che l’Europa risponda  subito con una modifica delle politiche di bilancio, cambiando radicalmente le regole del patto di stabilità.

 

Ben vengano finalmente gli eurobond per finanziare le protezioni sociali, sostenere le imprese e le famiglie. Serve un nuovo piano Marshall, come si fece nel dopoguerra, con la copertura della Bce sull’Italia. Sanità ed occupazione sono facce di una stessa medaglia, perché senza l’una non c’è nemmeno l’altra. Siamo d’accordo con chi propone un fondo sanitario comune per il sostegno ai sistemi ospedalieri europei, a creare dei consorzi di imprese manifatturiere per produrre con urgenza grandi volumi di strumentazioni medico- sanitarie che scarseggiano, a mettere in piedi una piattaforma europea per la ricerca del vaccino e dei servizi. Dobbiamo agire per i nostri figli e per quelli che verranno dopo di noi, conservando l’insegnamento e la memoria dei tanti anziani che in queste ore sono i primi a pagare i costi dei nostri ritardi, le omissioni, le inefficienze.

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Annamaria Furlan è segretaria generale Cisl

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