La chimera del taglio delle tasse
Iva e promesse. Sarà la pressione fiscale a spremere il consenso di Salvini
Nella campagna elettorale 2018 Matteo Salvini aveva fatto sulle tasse promesse grandiose: flat tax al 15 per cento su tutti i redditi, in pratica il dimezzamento dell’Irpef. E abolizione di tutte le accise sui carburanti. Non ha mantenuto né il primo né il secondo impegno. La flat tax è entrata in vigore solo per le partite Iva fino a 65 mila euro, assorbendo altre agevolazioni: comunque un risparmio per chi ne ha beneficiato. Gli unici peraltro, visto che nonostante le due pagine dedicate agli sgravi fiscali dal contratto “del cambiamento”, con tassa piatta nel frattempo portata a due aliquote, nessun contribuente Irpef si è visto ridurre alcunché. Eppure i sondaggi di Salvini sono andati finora a gonfie vele, merito del pugno duro sugli sbarchi. Ma anche della promessa di taglio di tasse non mantenuta, o rinviata. Di conseguenza e con l’avvicinarsi delle europee, riecco il copione del 2018: di nuovo flat tax, stavolta su base famigliare e per redditi cumulati fino a 50 mila euro, e ancora le accise.
C’è aria di bufala, la flat tax famigliare rischia di beneficiare i single danneggiando le coppie che lavorano. Ma anche qui, nessuno se l’è sentita di mettere le mani in tasca agli italiani. Ora però il ministro dell’Economia annuncia che l’aumento dell’Iva (e delle accise) nel 2020 non sarà evitato, salvo soluzioni alternative ancora non individuate. Si tratta di circa 24 miliardi, pari a 538 euro a testa per tutti gli italiani, che già pagano 10 miliardi di maggiore pressione fiscale. La situazione cambia, e cambierà, se Salvini e Di Maio non eviteranno l’aumento dell’Iva. Serpeggia la sfiducia: l’ultimo sondaggio Quorum/Youtrend per Sky Tg24 rivela che il 77 per cento del campione è contrario alla flat tax famigliare. Se poi i contribuenti si vedranno alleggeriti i portafogli sarà bene ricordare ciò che costò la riconferma a George H. Bush: il “read my lips”, osservate le mie labbra. Cioè la promessa tradita di non aumentare le tasse. Eppure aveva vinto una guerra, non respinto barconi.
Difficoltà e soluzioni