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Anche Draghi boccia il governo del cambiamento

Redazione

Il governatore della Bce spiega che le minacce del governo "hanno fatto danni a imprese e famiglie". E avverte Di Maio sulla manovra

Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha criticato il governo italiano per alcune dichiarazioni che hanno influenzato negativamente i mercati finanziari. Nel corso dell'audizione alla commissione Affari economici del Parlamento europeo, Draghi ha detto che le esternazioni dell'esecutivo “hanno effettivamente fatto dei danni. Le famiglie e le imprese oggi pagano alle banche tassi più alti di prima, e le imprese hanno visto aumentare il costo del debito. Questo è accaduto in Italia e non è accaduto negli altri paesi”. Quello di Draghi è un riferimento esplicito alle uscite pubbliche dei ministri italiani che hanno spaventato gli investitori e aumentato lo spread.

 

Ad esempio, dopo il mancato accordo tra i leader europei per la ridistribuzione dei migranti, il vicepremier Luigi Di Maio aveva minacciato che l'Italia non avrebbe contribuito al bilancio europeo. La dichiarazione, subito criticata dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, non è mai stata messa in pratica. La scorsa settimana Di Maio aveva chiesto all'Ocse di non intromettersi nelle “scelte di un paese sovrano” dopo che l'organizzazione internazionale aveva pubblicato un rapporto critico contro le riforme proposte dal governo. Di Maio e Salvini avevano dato la stessa risposta alle dichiarazioni del commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici, secondo cui "in Europa ci sono tanti, piccoli Mussolini". Anche gli insulti e le minacce contro il presidente francese Emmanuel Macron hanno indebolito il rapporto con i nostri partner tradizionali. Inoltre, le dichiarazioni dure del premier Giuseppe Conte contro i vertici di Autostrade, a cui il governo vuole rimuovere la concessione prima di svolgere un processo sulle loro responsabilità effettive nel crollo del ponte Morandi, non hanno rassicurato gli investitori.

  

Draghi ha aggiunto che le “politiche di bilancio in diversi paesi potrebbero essere meno neutrali di quanto ci aspettavamo qualche tempo fa”. Un accenno implicito al braccio di ferro sulla manovra tra il ministro dell'Economia Giovanna Tria, che predica il rispetto dei vincoli di bilancio, e Di Maio, che ha dichiarato di volere sforare il rapporto del 3 per cento tra deficit e pil.

  

Draghi ha spiegato che i pericoli più grandi per le prospettive dell'Eurozona “sono la minaccia del protezionismo, la vulnerabilità dei mercati emergenti e la volatilità dei mercati finanziari”. Nonostante questo, i rischi complessivi dell'area euro rimangono “largamente equilibrati”.

  

Draghi ha aggiunto di non avere mai concesso alcun privilegio all'Italia, un'accusa che gli è stata rivolta dopo l'inizio del Quantitative easing, e ha confermato la linea della Bce sull'acquisto dei titoli di stato. Il governatore ha detto che "la nostra politica monetaria continuerà a essere accomodante” anche dopo la fine degli acquisti di asset perché “occorre aspettare che le aspettative sull'inflazione in aumento si materializzino e quindi dobbiamo restare prudenti nel calibrare il profilo della politica monetaria”.