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Rallenta ancora la giostra populista

Redazione

Non sarà possibile snobbare gli avvertimenti Ocse e l’occupazione anemica

“L’Italia e la Brexit sono i maggiori rischi per la prosperità dell’Europa”, dice l’Ocse. Chi se ne frega ribatte il governo populista; per il quale l’Ocse è una Spectre al soldo delle multinazionali. E infatti “non si permettano di intromettersi”, reagisce Luigi Di Maio, vicepremier grillino. “Quasi due terzi degli italiani sono con noi, i burocrati se ne facciano una ragione”. L’Ocse si riferisce allo smantellamento della riforma Fornero delle pensioni, da sostituire con una più popolare pensione di cittadinanza, battistrada del reddito pagato dallo stato; ma l’Ocse indica anche altre debolezze dell’Italia in un contesto mondiale già destabilizzato dalle guerre commerciali e dall’esaurirsi fisiologico della ripresa: “L’Italia deve recuperare nella crescita ma con la sua situazione politica non è chiaro come possa accadere”.

 

Non solo l’Ocse vede una crescita ridotta all’1,2 e 1,1 nel 2018 e 2019, ma anche lo stesso governo e la Banca d’Italia; mentre la produzione industriale di luglio ha visto un calo dell’1,8 per cento e ad agosto l’Istat ha registrato l’inversione al ribasso nel clima di fiducia di famiglie e imprese. Alcuni settori produttivi se la cavano bene, siderurgia e banche. Altri languono, edilizia e commercio. Sono aumentate a luglio (più 9,4 per cento) le richieste di disoccupazione mentre in aree come Piemonte e Veneto il “decreto Dignità” inibisce le assunzioni.

  

Inoltre, rifinanziare il debito è più costoso. Lo spread che, seppure in calo per le rassicurazioni di Giovanni Tria, risale ogni volta che Di Maio ne ipotizza le dimissioni. Eventualità che gli analisti calcolano in 100 punti di spread; a novembre arriveranno i rating di Moody’s e altre agenzie. Un bis del 2011 vedrebbe l’Italia da sola. E allora i due terzi degli italiani vantati da Di Maio diverrebbero un pallido ricordo.

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