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Prof e conferenze annullate. In Francia il woke fa strame all’università

L'inchiesta dell’Express: “Per fare carriera devi parlare di razza e gender”

Giulio Meotti
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La prima fu Sylviane Agacinski, filosofa e femminista critica dell’utero in affitto. Avrebbe dovuto tenere una conferenza intitolata “L’essere umano nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” all’Università Bordeaux Montaigne, ma di “fronte alle minacce violente” di gruppi e collettivi la direzione dell’ateneo è stata costretta ad annullare tutto. Pochi mesi prima, Alain Finkielkraut non aveva potuto parlare senza la protezione della polizia nel tempio accademico  dell’élite, Sciences Po. Sono trascorsi due anni ed Emmanuel Macron è preoccupato. Dice che “certe teorie nelle scienze sociali totalmente importate dagli Stati Uniti” stanno egemonizzando l’università francese. 

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La prima fu Sylviane Agacinski, filosofa e femminista critica dell’utero in affitto. Avrebbe dovuto tenere una conferenza intitolata “L’essere umano nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” all’Università Bordeaux Montaigne, ma di “fronte alle minacce violente” di gruppi e collettivi la direzione dell’ateneo è stata costretta ad annullare tutto. Pochi mesi prima, Alain Finkielkraut non aveva potuto parlare senza la protezione della polizia nel tempio accademico  dell’élite, Sciences Po. Sono trascorsi due anni ed Emmanuel Macron è preoccupato. Dice che “certe teorie nelle scienze sociali totalmente importate dagli Stati Uniti” stanno egemonizzando l’università francese. 

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Adesso L’Express dimostra che è tutto vero. Nell’inchiesta sulla “guerriglia woke”, il settimanale racconta che su razza e gender ci si gioca la carriera. “Quando hai cento candidati per un posto di docente e il parere di un solo membro della giuria può cambiare tutto, non vuoi essere identificato”, dice Benjamin Morel, docente in diritto pubblico a Parigi-II. “Nei congressi internazionali, i seminari dedicati al genere o all’intersezionalità sono vicini alla maggioranza”, osserva il sociologo Jean-Louis Fabiani. A Sciences Po, 25 corsi di licenza al master di livello due si concentrano sul gender. E’ stato creato un diploma in studi di genere alla Grande école, nonché corsi di master a Parigi 1. Doveva parlare all’Università di Digione Jean Szlamowicz, professore universitario, quando ha ricevuto un’email incendiaria dal preside. “Molti colleghi  si sono scandalizzati che fossi stato invitato. Il fatto che tu abbia scritto su quello straccio sessista e razzista che è Causeur ti scredita dal punto di vista scientifico”. Szlamowicz aveva pubblicato quattro testi per il giornale Causeur tra il 2018 e il 2019. La conferenza è stata riprogrammata. Isabelle Barbéris, docente di arti dello spettacolo e molto critica degli studi decoloniali, ha ottenuto l’incarico di un anno al Cnrs, ma ha dovuto impegnarsi per iscritto a non farne parola quando scrive sui giornali. Il sociologo Stéphane Dorin è stato espulso dal suo laboratorio di Limoges per essersi opposto all’arrivo dell’indigenista Houria Bouteldja. Il giorno dopo la pubblicazione, sul Point, dell’appello di ottanta intellettuali sul “decolonialismo, una strategia egemonica”, Dorin è stato estromesso dal suo laboratorio. “E’ quasi impossibile organizzare una lettura del testo di Charb in un anfiteatro e ci sono ricercatori di ruolo che sostengono il Collettivo contro l’islamofobia in Francia”, dice all’Express  Barbéris. Quel Collettivo prosciolto dal governo dopo la decapitazione di Samuel Paty. 

  
Il riferimento è al compianto direttore di Charlie Hebdo, Stephane Charbonnier, che prima di essere ucciso aveva scritto una “Lettera ai truffatori della islamofobia”. Uscirà postuma. La trasposizione teatrale del libro  di Charb doveva avere luogo all’Università di Lille, ma è stata deprogrammata per minacce e pressioni dei militanti decoloniali. 

 
Uno studioso francese, Laurent Dubreuil, è andato a insegnare alla Cornell University. Quella che chiama la “dittatura delle identità” sta facendo un ulteriore salto di qualità: “Sempre più cattedre vengono concesse senza concorrenza; sono assegnate a un individuo specifico, che spunta questa o quella casella di identità desiderabile. All’Università di Chicago, il dipartimento di inglese ha chiarito che quest’anno accoglierà solo studenti di dottorato che lavorano sugli ‘studi neri’”. Siamo alle quote razziali.
 

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