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“Qui si vendono giornali senza glutine!”. Alla ricerca del giornale di carta

Giuliano Ferrara

Cronaca di un’allegra passeggiata a Bologna alla scoperta di un vitale ed esemplare edicolante ignoto. Non tutto è perduto

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Una volta mi venne in mente che andare a comprare il giornale all’edicola è un gesto invecchiato, come portare l’ombrello alla Attlee, lungo, pesante, nero e andante col corpo come una canna o bastone (i copricorpo ombrellosi non fanno testo, costano mezza lira e li trovi dovunque). Confermo.

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Una volta mi venne in mente che andare a comprare il giornale all’edicola è un gesto invecchiato, come portare l’ombrello alla Attlee, lungo, pesante, nero e andante col corpo come una canna o bastone (i copricorpo ombrellosi non fanno testo, costano mezza lira e li trovi dovunque). Confermo.

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Ho passato una serata piovosa in piazza Maggiore a Bologna, luogo della mente e degli occhi tra gli eccelsi, per vedere su uno schermo gigante un film di mia moglie su Fellini, e ne siamo usciti felici e bagnati assai. Memore della mancanza dell’ombrello la mattina dopo, ieri, sono andato a caccia di un giornale all’edicola, gesto molto invecchiato. Barbuto, scapigliato e con i sandali ho vagato tra San Petronio, palazzo d’Accursio e il Re Enzo. Pensavo che certo è importante il destino di TikTok, avevo preoccupazioni alla Zuckerberg, sono un tipo contemporaneo, malgrado tutto. Ma volevo trovare un’edicola aperta, questo era tutto per me. E non trovavo una solidarietà come si dice proattiva.

  

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I bolognesi sono tra i più gentili, interpellati di primo mattino sul luogo in cui trovare un giornale, però, mi guardavano con certe facce sconcertate, ma questo che vuole? Un giornale, e che è, di che si tratta? A un certo punto ho minacciato un passante di andare a domandare il luogo di spaccio alla polizia, che staziona a San Petronio, o al prefetto, se necessario. Ha sorriso e si è sforzato: forse all’angolo di via dell’Indipendenza, lì c’è un McDonald’s, può provare. Nella ricerca afosa ho provato la stessa nostalgia di quando, sbarcato alla darsena medicea di Portoferraio, mi precipitai alla bella libreria-edicola che era sempre stata lì, squadernava giornali stranieri cartacei e libri ben selezionati, col risultato di vederla sostituita da coni gelati e altre mercanzie non leggerecce. Siamo proprio finiti, mi sono detto, e le notizie sul crollo di vendite degli altri giornali, ché quelle del club del Foglio non possono crollare in quanto di stretta affezione, lo confermano. TikTok, TikTok.

 

Ho perseverato, il selciato era invitante e aveva un suono quasi miracoloso, ce la farò, questa è la città dei dotti, dei grassi, degli allegri, figurati se non trovo la merce del mio appetito di una vita. Sì, è vero, mi sono detto, i giornali sono diventati un po’ noiosi, sono sempre in ritardo, ma ci deve essere un posto in cui fanno capolino all’ora giusta del mattino. E alla fine ho trovato il santuario del passato. Un’edicola strana, avvolta in un fascio di testate italiane e straniere, accanto a un semaforo.

 

Gli altri edicolanti e clienti alla Attlee erano al mare ma lui, l’edicolante ignoto, con una faccia tonda e intelligente di bolognese vero, era lì, emergeva da un buco spaziale tra fascicoli e giornali e altri oggetti. E ha preso la mia commessa banale di Foglio, Corriere e Repubblica. Mentre impacchettava la roba perché poi io mi facessi di quelle belle canne, dagli occhi e occhialini spiritosi dell’edicolante lo sguardo sfocato del mattino d’estate mi si è posato su due cartelli che il venditore aveva apposti bene in vista per l’acquirente. Il primo recava, scritto a pennarello: “Qui si vendono i giornali tott i dé”, tutti i giorni. Mi voleva comunicare con humour e understatement che il giornale è un’abitudine quotidiana, e che è sano mantenerla in vita.

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Poi, già che siamo nel contemporaneo, c’era un altro cartello, al quale aveva aggiunto, fasciato da un cerotto, un gelato alla fragola di cartapesta, un cono, e la scritta diceva, oh che bella mattinata giornalistica, che allegria, che decenza dell’edicolante ignoto: “Qui si vendono giornali senza glutine”. E ho detto tutto.

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