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Riscossa sulla neve

Montagna da record. “Mai visti tanti sciatori: è il rimbalzo della settimana bianca”

Francesco Gottardi

Tra rincari e condizioni meteo, fino a poche settimane fa la stagione invernale sembrava un miraggio. “Abbiamo scommesso sulla voglia di vacanze”, spiegano da Dolomiti Superski. “E oggi c’è il tutto esaurito, anche grazie agli americani”

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Ad agosto la montagna pareva insormontabile: costi dell’energia proibitivi, nell’anno più caldo mai registrato. A novembre pure: “Non c’era neve. Le temperature erano troppo alte perfino per spararla”, racconta Marco Pappalardo, responsabile marketing di Dolomiti Superski. “Poi durante il ponte dell’8 dicembre, il nostro banco di prova per l’inverno, è arrivato il freddo. E la voglia di sciare: in un colpo solo abbiamo contato oltre centomila primi ingressi. Non era mai successo, nel periodo in questione”.

 

Miracolo dell’Immacolata. Da lì in poi è stato un crescendo, “con gli impianti più affollati dei livelli pre-Covid e ogni località delle Dolomiti alle prese con il tutto esaurito per le vacanze di Natale”. Che già ai tempi dei Vanzina costicchiavano, figurarsi col carovita. “Eppure questa stagione non poteva decollare meglio di così”. Com’è possibile? L’euforia va contestualizzata. Anche se in questo 2022/23 il volume d’affari del turismo invernale dovesse sfondare ogni record, gli utili delle aziende della filiera si ridurrebbero comunque di circa 10 punti percentuali rispetto al passato a causa dell’incremento dei costi: è l’analisi tracciata dall’osservatorio di Skipass panorama turismo al Sole 24 Ore.

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Ma l’euforia va allo stesso tempo capita, perché poche settimane fa il rischio concreto era ripiombare nell’incubo di due Natali fa o nella ripartenza contingentata dell’anno scorso. E si sa: piuttosto che niente, meglio piuttosto. “Abbiamo scommesso su un rimbalzo importante nella propensione ai consumi”, riprende Pappalardo al Foglio. “E queste giornate ci stanno dando ragione: il 27 dicembre sono stati registrati 140 mila nuovi avventori. Che è un altro primato. Tra i lasciti della pandemia, riscontriamo una
singolare tendenza a prenotare la settimana bianca molto più sotto data di una volta: le persone vogliono aspettare per assicurarsi le condizioni metereologiche giuste, sono più avvezze agli imprevisti e la componente psicologica dopo un biennio di chiusure e aperture ha ancora un certo peso”.

 

Però, alla fine, si scia. Tra attrezzatura a noleggio e skipass, minimo 100 euro al giorno. Forse a sorpresa, “nulla di insormontabile per la clientela. Il prezzo d’accesso giornaliero ai nostri impianti (74 euro) è aumentato del 10 per cento”, un dato in linea con la media nazionale, “ma per le famiglie e gli avventori stagionali offriamo pacchetti più convenienti. Eppure la ricaduta sul consumatore copre soltanto una minima parte dei costi che dobbiamo sostenere”.

 

Con 1.246 km di piste fra Veneto e Trentino-Alto Adige, Dolomiti Superski è il più esteso comprensorio sciistico al mondo. “Che in termini di spesa per gli impianti di risalita si traduce in 15 milioni di euro. Di solito: oggi la bolletta è quadruplicata”. E soltanto il tax credit stanziato dal decreto Aiuti-ter, fra il 30 e il 40 per cento dei costi in bolletta, permette di sopravvivere ai signori della montagna. Per i quali l’energia elettrica è arrivata a pesare fino a un terzo dei bilanci: “A tutto ciò si aggiunge l’inflazione e la difficoltà a programmare l’innevamento”, a causa degli sbalzi di temperatura, “che comporta ulteriori esborsi. Ammetto che dinanzi all’entusiasmo degli sciatori, nei primi giorni la logistica era spiazzata”.

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Anche questione di appeal. “Un’altra grande novità di questa stagione”, dice Pappalardo, “è la risposta fortissima del mercato americano. In parte attesa, tra vantaggi del tasso di cambio e disponibilità a viaggiare dopo una crisi meno intensa rispetto all’Europa. Ma non a questi livelli: il 60 per cento dei nostri avventori al momento è italiano, il 15-20 proviene dagli Stati Uniti”.

 

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Dolomiti a stelle e strisce. “Perfino più dei tedeschi. Che come sempre arriveranno a gennaio, un mese da cui ci aspettiamo ulteriori balzi in avanti. Contare su una clientela internazionale è il vero vantaggio competitivo per il futuro: siamo una nicchia nelle Alpi, lontano dal nostro areale magari non siamo così conosciuti ma appena si arriva qui è difficile non innamorarsi delle nostre montagne”. Che quest’anno sembravano fuori portata. E come fila lo slalom, da cima a fondovalle, invece.

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