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pandemia di annuncite

Quano arriva il vaccino anti Covid? Tutte le date promesse (e smentite)

Giulio Seminara

Dopo i proclami di Putin e Trump, il premier Conte e il ministro Di Maio annunciano l'arrivo del farmaco sotto l'albero di Natale. Ma gli scienziati e le stesse case farmaceutiche frenano

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Con la pandemia di Covid è scoppiata anche l'annuncite del vaccino. Hanno iniziato Putin e Trump, e li hanno seguiti – non da soli e con meno clamore mediatico – anche Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Ieri, davanti Bruno Vespa e il suo nuovo libro, il premier si è fatto scienziato rassicurante: "Se le ultime fasi di preparazione (il cosiddetto 'rolling value') del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all'inizio di dicembre".  Ecco servito il vaccino sotto l'albero di Natale. 

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Con la pandemia di Covid è scoppiata anche l'annuncite del vaccino. Hanno iniziato Putin e Trump, e li hanno seguiti – non da soli e con meno clamore mediatico – anche Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Ieri, davanti Bruno Vespa e il suo nuovo libro, il premier si è fatto scienziato rassicurante: "Se le ultime fasi di preparazione (il cosiddetto 'rolling value') del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all'inizio di dicembre".  Ecco servito il vaccino sotto l'albero di Natale. 

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Il farmaco pensato a Oxford è sì in fase di valutazione da parte dell'Ema, come quello studiato dall'americana Pfizer. Ma quasi nessuno scienziato scommette sulla distribuzione del vaccino entro l'anno. Invece ha più certezze il ministro degli Esteri Di Maio, che in televisione ha raccontato di "vaccinazioni a gennaio in Italia", specificando che "sarà un cambiamento importante nel modo di gestire la pandemia". Per il titolare della Farnesina "siamo all'ultimo miglio". D'altronde quella per il vaccino è proprio una corsa, una disciplina politico-mediatica: in un mondo di malati la cura è la promessa perfetta e spargere speranza raccontando l'agognata fine del tunnel rende più simpatici di chi invece pronostica tempi lunghi di contagi e forse lockdown. 

 

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Contro l'annuncite sono però intervenuti diversi scienziati, anche italiani. A Di Maio ha replicato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, secondo cui il vaccino sarà invece disponibile in primavera. E sul vaccino a Natale ancora più incredulo appare il virologo Andrea Crisanti: "Forse tra due mesi arriverà qualcuno che dice 'abbiamo un vaccino'. Ma da lì a fare uno studio pilota e poi a distribuirlo, passano tanti mesi". 

 

Certamente la recente sospensione delle sperimentazioni da parte del colosso farmaceutico Johnson & Johnson, che pure avrebbe qualche utilità a mettere in commercio il prodotto medico più ambito del 2020, a seguito del malessere di un partecipante al test, avrebbe già dovuto fare riflettere sul fatto che la scienza ha i suoi tempi e non si occupa di presidenziali americane o sondaggi italiani. Ma contro il populismo il vaccino ancora non c'è. Faber ha già cantato del "dottor professor truffatore imbroglione" che prometteva l'elisir di giovinezza, e l'ha mandato a "sfogliare i tramonti in prigione". Nel nostro caso basterebbe mettere in un silenzioso lockdown chi diffonde false speranze.  

 

 

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