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editoriali

Il virus alla fine è entrato in carcere

Redazione

Il Dap mostra ancora scarsa attenzione alla sicurezza di detenuti e agenti

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Il coronavirus ha fatto il suo ingresso nelle carceri della Lombardia. Quattro detenuti (uno a San Vittore, due a Pavia e uno a Voghera) sono infatti risultati positivi al Covid-19 e ricoverati in ospedale. Sarebbero risultati positivi anche due medici del carcere di Brescia, riporta l’Ansa. Si tratta dei primi casi di positività negli istituti di pena lombardi, dopo che un caso di infezione era stato registrato nel carcere di Modena, epicentro delle rivolte dei giorni scorsi, e un altro in quello di Lecce.

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Il coronavirus ha fatto il suo ingresso nelle carceri della Lombardia. Quattro detenuti (uno a San Vittore, due a Pavia e uno a Voghera) sono infatti risultati positivi al Covid-19 e ricoverati in ospedale. Sarebbero risultati positivi anche due medici del carcere di Brescia, riporta l’Ansa. Si tratta dei primi casi di positività negli istituti di pena lombardi, dopo che un caso di infezione era stato registrato nel carcere di Modena, epicentro delle rivolte dei giorni scorsi, e un altro in quello di Lecce.

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Il sistema penitenziario italiano sembra sempre di più una polveriera pronta a esplodere. Su iniziativa del Guardasigilli Alfonso Bonafede, il governo ha previsto nel decreto “Cura Italia” anche misure per facilitare l'accesso alla detenzione domiciliare per i detenuti che devono scontare pene fino a 18 mesi, ma queste disposizioni, quando arrivate a pieno regime, si applicheranno nei confronti di massimo tremila detenuti.

 

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Intanto resta altissima la tensione fra il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Francesco Basentini, e il Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria. Tramite uno studio legale, il sindacato ha diffidato formalmente Basentini per la circolare firmata alcuni giorni fa che impone agli agenti penitenziari di continuare a prestare servizio anche nel caso in cui abbiano avuto contatti con persone contagiate o che si sospetti lo siano, alla stregua di “operatori pubblici essenziali” (anche se privi di mascherine e di strumenti adeguati). Il Sappe invoca la contrarietà al principio di correttezza e buona fede e la violazione dell’articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività. Dopo che il sindacato ha anche annunciato una possibile richiesta di dimissioni di massa degli agenti, in una nota il Dap ha fatto sapere che “nei prossimi giorni” arriveranno in tutti gli istituti penitenziari 2.600 kit per la protezione completa degli operatori di polizia penitenziaria. Insomma, ancora una volta dal Dap giungono segnali di scarsa attenzione e prontezza di fronte all’emergenza.

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