Daniel Kwan e Daniel Scheinert (LaPresse) 

Hollywood

"Everything Everywhere All At Once" piglia tutto. Ma nella notte degli Oscar manca l'adrenalina

Mariarosa Mancuso

Tra inclusività e mezze profezie, il film allegro e sconnesso di Daniel Kwan e Daniel Scheinert vince 7 statuette (su 11 candidature). Non era mai successo

Mancanza di adrenalina. Anche a Hollywood, che dovrebbe esserne fornita in abbondanza. Gira un’imitazione a base di supereroi, ma non è la stessa cosa. Sono a stecchetto anche i giurati dell’Academy - circa seimila, dopo le ultime aggiunte in nome dell’inclusività.

Si spiegano così i 7 Oscar vinti - non era mai successo, il film partiva da 11 candidature - da “Everything Everywhere All At Once” di Daniel Kwan e Daniel Scheinert. In arte i Daniel, 35 anni ciascuno, hanno girato un film allegro e sconnesso (o incomprensibile e geniale, o visionario e folle, liberi di scegliere l’accoppiata, o inventarne un’altra). Un gioco divertente. Prenderlo come profezia sul futuro è francamente esagerato. Piuttosto, torna alle origini, fiere e spettacoli da baraccone: universi che cambiano alla velocità di Fregoli, gente con le dita a salsiccia, sassi parlanti.

 

Era cominciato all’ufficio americano delle tasse, dove la lavandaia cinese Michelle Yeoh trova una tremenda Jamie Lee Curtis che le spulcia i conti. Tutte e due premiate, protagonista e non protagonista. Michelle Yeoh è la prima attrice di origine asiatica a vincere la statuetta. Jamie Lee Curtis viene ripagata per tutti film dove urlava fuggendo dal maniaco.

Premiato anche Ke Huy Quan, con gran pianto di felicità. Era un attore ragazzino in “Indiana Jones e il Tempio Maledetto”, 40 anni fa. Quando nessuno lo scritturò più come attore mise a frutto il taekwondo lavorando come coreografo per gli stunt, controfigure per le scene pericolose. I Daniel lo hanno riportato sullo schermo, quando ormai aveva perso ogni speranza

Siamo a tre Oscar, sui 4 previsti per gli attori. Il quarto lo ha avuto Brendan Fraser per “The Whale” (la balena, sfuggito ai gendarmi della correttezza politica perché pesa tanto ma soffre tanto). Altro ritorno da sceneggiatura hollywoodiana: dopo il successo con il costumino di Tarzan, si era ritirato per un caso di molestie - il molestato era lui.

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