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Dopo l'epurazione del cardinale Becciu è ora di riabilitare George Pell

L'ex prefetto dell'Economia ringrazia il Papa per "i recenti sviluppi". Il vincitore morale di questa torbida vicenda è lui, assolto da ogni accusa

Matteo Matzuzzi

Il porporato australiano aveva capito tutto, iniziando l'opera di pulizia delle finanze vaticane. La vecchia curia insorse: "Comunica solo per e-mail". Il sostituto era all'epoca mons. Becciu

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In questa torbida vicenda di oboli, fratelli, palazzi e tanti denari, uno tra i primi a reagire alla defenestrazione del potente cardinale focolarino Giovanni Angelo Becciu, settantaduenne sardo di Pattada, cacciato dal Papa in persona al termine di un'udienza pomeridiana definita dai testimoni “burrascosa” – Francesco gli ha imposto la rinuncia alla carica di prefetto della congregazione per le Cause dei santi e ai diritti connessi al cardinalato – è stato George Pell. Lui cardinale con tutti i diritti lo è ancora, essendo stato assolto con verdetto unanime dall'Alta corte australiana dopo anni di gogna e accuse infamanti quanto ridicole (per i più smemorati: dicevano avesse stuprato due coristi nella sagrestia della cattedrale di Melbourne, ancora rivestito dei paramenti sacri). Appena saputo dell'uscita di scena di Becciu, ha rilasciato uno stringato comunicato che dice parecchio: “Il Santo Padre è stato eletto per ripulire le finanze vaticane. Va ringraziato e bisogna congratularsi per i recenti sviluppi. Spero che la pulizia continui”.

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In questa torbida vicenda di oboli, fratelli, palazzi e tanti denari, uno tra i primi a reagire alla defenestrazione del potente cardinale focolarino Giovanni Angelo Becciu, settantaduenne sardo di Pattada, cacciato dal Papa in persona al termine di un'udienza pomeridiana definita dai testimoni “burrascosa” – Francesco gli ha imposto la rinuncia alla carica di prefetto della congregazione per le Cause dei santi e ai diritti connessi al cardinalato – è stato George Pell. Lui cardinale con tutti i diritti lo è ancora, essendo stato assolto con verdetto unanime dall'Alta corte australiana dopo anni di gogna e accuse infamanti quanto ridicole (per i più smemorati: dicevano avesse stuprato due coristi nella sagrestia della cattedrale di Melbourne, ancora rivestito dei paramenti sacri). Appena saputo dell'uscita di scena di Becciu, ha rilasciato uno stringato comunicato che dice parecchio: “Il Santo Padre è stato eletto per ripulire le finanze vaticane. Va ringraziato e bisogna congratularsi per i recenti sviluppi. Spero che la pulizia continui”.

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George Pell, fin dall'inizio del pontificato, era stato l'uomo individuato dal Papa per l'opera di rendere trasparente le finanze d'oltretevere. Era stato creato un dicastero ad hoc, la Segreteria pre l'Economia. Lui ne era divenuto il primo prefetto. Immediatamente iniziò a mettere il naso in carte, documenti, bilanci. Non l'avesse mai fatto: la vecchia curia, come rivelato a suo tempo dall'Espresso, fece il possibile per togliergli spazio e potere. I verbali del Consiglio per l'Economia parlano chiaro. Qualche cardinale si lamentava addirittura del fatto che Pell preferiva inviare mail anziché convocare i confratelli a pranzo. Ci vollero pochi mesi per individuare la falla: la Segreteria di stato. Il cardinale australiano cercò di farsi largo, di prendere in mano la situazione, ma il muro risultò difficile da scalfire.

Di quella Segreteria di stato, il potentissimo sostituto era proprio l'allora mons. Becciu, una lunga carriera di nunzio alle spalle e poi divenuto tra i più stretti collaboratori di Francesco. Si ricordano articoli e lodi per i suoi pranzi del giovedì santo con i parroci di Roma e il Papa. Negli ultimi anni la sua stella iniziò a offuscarsi, complice la vicenda non ancora chiarita dell'acquisto di un palazzo a Londra a prezzo spropositato, vicenda che il segretario di stato Pietro Parolin (che mai ha amato Becciu, ricambiato) definì pubblicamente “opaca”. Attirandosi subito la risposta del monsignore sardo: "Contro di me accuse infanganti che respingo in modo fermo e sdegnoso. Ho la coscienza a posto. E so di avere agito sempre nell’interesse della Santa Sede e mai mio personale. Sono stato dipinto come uno che ha giocato e manomesso i soldi dei poveri. Ma l’Obolo non è solo per la carità del Papa ma anche per il sostentamento del suo ministero pastorale".

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Nel 2018 Becciu, nel frattempo nominato commissario dell'Ordine di Malta, fu prima promosso prefetto della congregazione per le Cause dei santi e quindi cardinale di Santa Romana Chiesa.

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