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La violenza senza nome

Quella che colpisce i simboli cristiani in occidente. L’“età della profanazione”

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Quando le chiese vengono profanate, le statue vengono distrutte e i preti attaccati, l’occidente un tempo cristiano non sa come rispondere”, scrive Matthew Schmitz nella storia di copertina del Catholic Herald, dedicata all’“età della profanazione”. L’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione nei confronti dei cristiani, un’organizzazione senza scopi di lucro con sede a Vienna, riferisce che gli attacchi anticristiani e gli atti di vandalismo sono in aumento in tutta Europa. Nella sola Francia, secondo il ministero dell’Interno francese, gli atti anticristiani sono quadruplicati tra il 2008 e il 2019. “L’aumento della violenza contro i cattolici è stato stranamente ignorato e minimizzato, non solo dai media, ma dagli stessi cattolici”. Non sappiamo neppure come descrivere questa violenza. “Gli atti di aggressione contro l’islam e l’ebraismo sono immediatamente archiviati usando termini ampiamente conosciuti” che vanno da “islamofobia” ad “antisemitismo”.

 

“Non esiste un termine del genere per gli attacchi ai cristiani. Vari intellettuali e attivisti hanno suggerito termini come cattofobico, cristianofobico e cristofobico, ma nessun suggerimento ha ricevuto ampia accettazione. La nostra società ha una sorta di afasia sugli atti di aggressione contro i cristiani. E’ la violenza che non può essere nominata”. Parte del problema risiede nella posizione sociologicamente unica occupata dai cattolici in occidente. “La nostra cultura liberal ha un vocabolario altamente sviluppato per proteggere i diritti delle minoranze. Ma non ci sono termini per descrivere la violenza contro la fede che per molti aspetti ha definito l’occidente e che rimane maggioritaria in molte nazioni occidentali”. Ecco allora – ma questo Schmitz non lo dice – la possibile spiegazione: che l’occidente non si consideri più cristiano?

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