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Il Papa: "Nessuno vuole assumersi la responsabilità dei tanti profughi e rifugiati"

La Santa Sede aveva avuto modo di esprimere perplessità sull’intesa raggiunta tra Bruxelles e Ankara: Secondo il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, “di fronte al grave dramma di tanti emigranti, dovremmo sentire umiliante dover chiudere le porte".
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Roma. Un’unica aggiunta a braccio ma significativa, quella che il Papa ha apposto all’omelia preparata per la celebrazione della Domenica delle Palme, in piazza San Pietro. Francesco ricorda la Passione di Cristo, “l’umiliazione che Gesù subisce si fa estrema: viene venduto per trenta denari e tradito con un bacio da un discepolo che aveva scelto e chiamato amico”. Subisce “l’infamia e la condanna iniqua delle autorità, religiose e politiche: è un fatto peccato e riconosciuto ingiusto. Pilato – ha aggiunto il Pontefice – lo invia da Erode e questi lo rimanda dal governatore romano: mentre gli viene negata ogni giustizia, Gesù prova sulla sua pelle anche l’indifferenza, perché nessuno vuole assumersi la responsabilità del suo destino”. Ed è qui che il Papa fa un paragone con l’attualità: “E penso a tanta gente, a tanti profughi, a tanti rifugiati. Nessuno vuole assumersi la responsabilità del loro destino”.

 

Già qualche giorno fa, in seguito all’accordo tra l’Unione europea e la Turchia, la Santa Sede aveva avuto modo di esprimere tutta la propria perplessità sull’intesa raggiunta. Un accordo definito “umiliante” dal Segretario di stato, il cardinale Pietro Parolin: “Di fronte al grave dramma di tanti emigranti, dovremmo sentire umiliante dover chiudere le porte, quasi che il diritto umanitario, conquista faticosa della nostra Europa, non trovi più posto”. Il capo della diplomazia vaticana parlava va Skopje, in Macedonia, dove si era recato in visita ufficiale.

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