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Perché sulla Costituzione bisogna fermare Renzi. La linea ufficiale di Magistratura democratica sul referendum

Redazione
Ben prima delle dichiarazioni fatte oggi al Foglio dal consigliere del Csm Morosini, la sua corrente togata di appartenenza, Magistratura democratica, definiva "autoritaria" la riforma costituzionale voluta dal premier, aderendo pubblicamente al comitato per il No.
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In un colloquio al Foglio pubblicato oggi, il consigliere del Csm Piergiorgio Morosini ha spiegato da dove nasce lo scontro in atto tra il premier Renzi e le procure, definendo “autoritaria” la riforma costituzionale voluta dal governo. Le parole del consigliere non sorprendono: da tempo, infatti, la corrente di sinistra a cui appartiene, Magistratura democratica, ha lanciato una campagna contro la revisione della Costituzione, al quale lo stesso Morosini ha rivendicato l’adesione.

 

La corrente togata presieduta da Carlo De Chiara ha infatti deciso di aderire al comitato per il “no” al referendum costituzionale, spiegando – in un manifesto pubblicato lo scorso gennaio sul suo sito – che sarebbe addirittura “in gioco l’architettura democratica della Repubblica”. “Si introduce una concezione semplicistica e formale della democrazia, in base alla quale chi vince prende tutto”, hanno scritto le toghe, esprimendo “grande preoccupazione” per “il forte pericolo di riduzione dell’autonomia di fondamentali istituzioni di garanzia, quali la Corte costituzionale e il Consiglio superiore della magistratura”.

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Il combinato disposto della riforma costituzionale e della nuova legge elettorale, infatti, secondo Md farà sì che i componenti di nomina parlamentare di Consulta e Csm “potranno essere espressione della sola maggioranza, qualunque essa sia”, determinando una “pericolosa involuzione” dell’assetto democratico del paese.

 

Il manifesto politico della corrente di sinistra non si ferma però ai possibili risvolti della riforma costituzionale sull’autonomia dei magistrati: critiche vengono espresse anche nei confronti della fine del bicameralismo perfetto (“Rivela aspetti puramente propagandistici”) e della semplificazione delle procedure legislative (“Cambiamento illusorio o fittizio”).

 

E’ in ragione di tutto ciò che Magistratura democratica – che nel suo statuto si definisce una “componente del movimento di classe” – ha infine lanciato l’appello a “un rinnovamento reale e democratico delle istituzioni per l’estensione della partecipazione e della coesione sociale, per la tutela dei diritti fondamentali, per una democrazia sostanziale e veramente efficiente”.

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