La Nasa vuole creare uno scudo magnetico artificiale attorno a Marte

Maurizio Stefanini

Secondo il direttore della divisione di Scienze planetarie dell'Agenzia spaziale è possibile ricorrere alla terraformazione per ricreare una specie di atmosfera attorno al pianeta

Dall’inglese “terraforming”, con il termine terraformazione di intende quell'ipotetico processo artificiale con cui un pianeta verrebbe reso simile alla Terra, e quindi abitabile dagli esseri umani. Abbastanza comune nei libri e film di fantascienza, finora la Terraformazione era stata invece ritenuta un'operazione ancora troppo al di sopra della capacità della scienza moderna. Ma finalmente la Nasa sta studiando un progetto del genere. Obiettivo: Marte. Il pianeta più vicino alla Terra, e per cui già si stanno ipotizzando piani di colonizzazione: Elon Musk con la sua SpaceX ha annunciato lo scorso novembre un piano per portare 60 milioni di persone su Marte entro il 2060, ma anche la stessa Nasa pensa che l'uomo potrebbe sbarcare sul Pianeta Rosso attorno al 2030. Miliardi di anni fa, secondo i più recenti studi, Marte aveva in effetti condizioni non troppo dissimili da quelle della Terra primitiva, in particolare un'atmosfera e acqua allo stato liquido.

 

Secondo la Nasa, atmosfera e acqua liquida potrebbero essere restituiti al Pianeta Rosso attraverso la realizzazione di un gigantesco scudo magnetico artificiale. E’ una soluzione abbastanza diversa da quelle immaginate nella fatascienza: dal Benjamin Driscoll – che va in giro piantando alberi nelle “Cronache Marziane” di Ray Bradbury –, all'edera del cartone animato “Futurama”, passando per il macchinario alieno che estrae ossigeno dal ghiaccio nel sottosuolo nel film “Total Recall - Atto di Forza” di Paul Verhoeven. Questo perchè non si basa sulla fantasia ma su quanto si è scoperto a proposito della storia geologica e astronomica di Marte grazie alle molte sonde che inviate. Secondo le più recenti ipotesi scientifiche, fino a 4,2 miliardi di anni fa Marte, come la Terra, aveva un campo magnetico che proteggeva la sua atmosfera. Ma all'improvviso scomparve, presumibilmente per il contraccolpo di devastanti tempeste solari. L'atmosfera dunque un po’ per volta andò disperdendosi nello Spazio, e da caldo e umido Marte divenne nell'arco di 500 milioni di anni il pianeta freddo e arido che è ora. 

 

Il piano della Nasa è stato illustrato nel corso di un incontro organizzato a Washington dalla divisione di Scienze planetarie dell'Agenzia spaziale. Secondo il direttore Jim Green, bisognerebbe collocare uno scudo di dipolo (sistema formato da due cariche elettriche uguali e di segno opposto, poste a una distanza fissata)  al punto di Lagrange L1 di Marte, cioè in quel punto dello Spazio tra il pianeta e il Sole nel quale l'oggetto potrebbe restare stazionario. A quel punto si formerebbe una potente magnetosfera artificiale in grado di avvolgere l'intero pianeta, proteggendolo dal vento solare e dalle radiazioni. In questo modo, con un po’ di tempo, l'atmosfera di Marte si potrebbe ristabilire da sola. La temperatura media aumenterebbe infatti di 4°C, il ghiaccio di diossido di carbonio del Polo nord marziano si scioglierebbe, il carbonio si disperderebbe nell'atmosfera creando un effetto serra, il caldo aumenterebbe ulteriormente, il ghiaccio delle calotte polari si scioglierebbe a sua volta, e l'acqua liquida tornerebbe a scorrere in fiumi e mari. Si potrebbe arrivare così fino alla metà della pressione atmosferica terrestre.

 

  

Il documento ammette che il tutto al momento può suonare “un po’ fantascientifico”. Ma proprio la necessità di proteggere gli equipaggi delle navi spaziali ha fatto compiere grandi passi avanti alla ricerca sulle magnetosfere. Si tratterebbe semplicemente di lavorare su una scala più grande.

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