Disegno di Barbara Williams2010 via Flickr

L'Onu licenzia Wonder Woman

Maurizio Stefanini

Le Nazioni unite avevano scelto l'eroina dei fumetti come ambasciatrice per l’eguaglianza di genere. Una petizione però ne chiedeva la la rimozione in quanto "donna con un grosso seno, bianca e di proporzioni impossibili"

Wonder Woman non può fare l’ambasciatrice onoraria delle Nazioni Unite per l’eguaglianza di genere: troppo sexy. Questa la motivazione alla decisione con cui dal 16 dicembre al Palazzo di Vetro porranno fine a un incarico che era stato annunciato lo scorso 21 ottobre.

“Fornita della saggezza di Athena, della forza di Ercole, della velocità di Mercurio, il tutto mimetizzato sotto la bellezza di Afrodite, la principessa Diana ha rinunciato alla propria immortalità per entrare nel mondo degli uomini come la più grande delle Amazzoni”: così nel dicembre del 1941, stesso mese dell’attacco a Pearl Harbor, il numero 8 di All star comics annunciò  la supereroina che la Dc Comics fece nascere non per iniziativa di un’artista, ma su consiglio dello psicologo William Moulton Marston. “Attenti, state trascurando le donne in un  momento in cui stanno diventando protagoniste!”, era stato quel che l’allora celebre “tendenziologo” inventore della macchina della verità e teorico del femminismo aveva spiegato alla “firma” di Superman e Batman, dopo essere stato assunto apposta per monitorare i gusti del pubblico. Insomma, un personaggio immaginario, ma simbolo, almeno a cartoon dell’emancipazione femminile.

“Voi uomini siete tutti uguali! Adorate la guerra e il trionfo!” era una delle sue battute preferite, e una storia del 1978 ma ambientata nel 1942 la vede appunto confrontarsi con Superman perché dopo aver salvato Albert Einstein da una banda di spie ha scoperto l’esistenza del Progetto Manhattan, e cerca terrorizzata di impedire che la bomba atomica venga costruita.  Sullo schermo è impersonata oggi dall’ebrea Gal Gadot, dopo che la sua più celebre interprete nel passato era stata Lynda Carter, di ascendenze irlandesi e messicane.

Ma ciò non è bastato ai 45.000 firmatari di una petizione on line a Ban Ki-moon secondo cui "anche se i creatori avranno voluto rappresentare Wonder Woman come una forte e indipendente guerriera, con un potente messaggio femminista, la realtà è che si tratta di una donna con un grosso seno, bianca e di proporzioni impossibili. Seminuda, è ricoperta solo da uno striminzito costume da bagno”.

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