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Una fogliata di libri

La bellezza e l’orrore. La ricerca di Dio in un mondo sofferente

Maurizio Schoepflin

La recensione del libro Richard Harries edito da Claudiana (260 pp., 24,50 euro)

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Con questo libro Richard Harries, figura di spicco della Chiesa anglicana e del panorama culturale inglese, si muove sulla linea di quanti, lungo i secoli, hanno affrontato la drammatica questione del rapporto che intercorre fra l’esistenza di Dio e la presenza del male e del dolore nel mondo. “Si Deus est, unde malum?” (“Se Dio esiste, da dove viene il male?”), si chiese il celebre filosofo tedesco Goffredo Guglielmo Leibniz (1646-1716); e, prima di lui, il drammatico interrogativo se l’erano posto, fra gli altri, sant’Agostino (356-430) e Severino Boezio (480-526). E ancora, come non ricordare il biblico libro di Giobbe, al centro del quale sta il tema della sofferenza dell’innocente? Certo, non tutta la realtà è orribile, e Harries lo afferma sin dal titolo, laddove dice al lettore che nella vita c’è spazio anche per la bellezza, il bene, la gioia. Ma non v’è dubbio che la sfida più terribile che viene portata a Dio e a coloro che lo cercano o ritengono di averlo trovato proviene dall’orrore di cui sono impregnate le vicende umane. Harries non cerca scorciatoie e prende in seria considerazione numerose critiche che vengono mosse alle religioni e, in particolare, al cristianesimo, il quale, a parere di molti, non sarebbe capace di rispondere alla lacerante domanda sul male. Al contrario, egli si dimostra convinto che soltanto Gesù Cristo è in grado di salvare l’uomo dall’abisso dell’insensatezza e dalle tenebre della morte. Secondo l’autore, solo la fede nella sua persona e nella sua testimonianza, culminante nella resurrezione, permette di non soccombere di fronte all’umanamente inesplicabile potenza del male. Inoltre, Harries afferma che il cristianesimo non invita alla rassegnazione, ma spinge il credente a opporsi fattivamente alla sofferenza. Quando il mistero insondabile del dolore sembra schiacciarlo, il cristiano si aggrappa alla croce di Cristo e guarda verso il sepolcro lasciato vuoto dal Risorto, aprendo così le porte alla speranza: “Ho sostenuto – scrive l’autore – che questa speranza è un elemento fondamentale in una visione cristiana del mondo e non può essere rimossa senza far crollare l’intero edificio… E’ la fiducia che in ogni situazione, e malgrado tutte le apparenze contrarie, dietro le nostre vite si celi un buon fine. A essa si accompagna la speranza che per davvero le cose si riveleranno essere così, e il buon fine ci sarà interamente conosciuto e confermato… E’ una speranza in grado di sopravvivere alla distruzione di ogni speranza terrena”.

  

Richard Harries
La bellezza e l’orrore. La ricerca di Dio in un mondo sofferente
Claudiana, 260 pp., 24,50 euro

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